venerdì 3 ottobre 2008

UN PAESE A SUO USO E CONSUMO

Il potere oltre le regole
( SINTESI TRATTA DA REPUBBLICA DEL 03.10.’08)
di MASSIMO GIANNINI
“…Berlusconi, ancora una volta, cavalca l'onda dell'antipolitica.E da "uomo del fare" che combatte i "parrucconi", ha capito ciò che i governati sfiduciati chiedono ai governanti delegittimati: decidere, o anche solo far finta di aver deciso. È quello che il premier sta facendo, incrociando il senso comune dominante. Sui rifiuti e sull'Alitalia, sui rom e sulla camorra. Non conta ciò che c'è "nel" provvedimento. Conta solo che ci sia "il" provvedimento. Tutto quello che intralcia o rallenta il processo va rimosso, o quanto meno esecrato. Vale la decisione. Non c'è più spazio per la discussione e, a volte, nemmeno per la ragione. E così, oggi, pur guidando un governo del presidente e comandando una maggioranza di 162 tra deputati e senatori, il Cavaliere si permette il lusso di additare proprio il Parlamento come il luogo della "non decisione". L'attacco al potere legislativo è una mossa ad effetto, che può far presa nella gente. Ma è una scelta grave. Lo è dal punto di vista politico. Anche il Parlamento, per lo più ridotto a "votificio", necessita di riforme. Ma queste riforme non può imporle a forza il capo dell'esecutivo, a colpi di decreti legge e di fiducia.”….” Il Cavaliere ha fretta di chiudere la Seconda Repubblica e di inaugurare, se serve anche nel fuoco della battaglia, una Terza Repubblica tagliata ancora una volta a misura della sua biografia personale. E colpisce che, di questa trama palese, le anime belle della sedicente "cultura liberale" non vedano i fili. Se Veltroni, per aver accostato il premier a Putin, è accusato di essere ancora prigioniero della "vecchia narrazione" di un centrosinistra tenuto insieme solo dal cemento dell'anti-berlusconismo, di quale "nuova narrazione" sarebbe invece interprete Berlusconi, che ritorna in guerra contro i suoi soliti fantasmi, umilia il Parlamento, svalorizza il Capo dello Stato, minaccia la Corte costituzionale? La vera "cifra" del nuovo berlusconismo, micidiale miscela di cesarismo regressivo e di populismo deliberativo, è racchiusa in un mirabile enunciato di Giuliano Ferrara, il suo più brillante esegeta: "La democrazia, alla fine, non è expertise, ma è solo consenso". In questi tempi difficili è una verità agghiacciante.
Ma purtroppo è esattamente così che Berlusconi sta riducendo la nostra democrazia”.

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