domenica 26 aprile 2009

ABRUZZO: SOTTOVALUTAZIONE TERREMOTO

Dopo la tragedia di San Giuliano di Puglia e la legge che ne è seguita, nessun intervento preventivo è stato fatto in una delle zone notoriamente a più alto rischio sismico d'Italia.
Nulla in fatto di esercitazioni, preparazioni di luoghi attrezzati per una tendopoli, nulla per qualsivoglia emergenza.
Le istituzioni abruzzesi avevano ottenuto che la commissione grandi rischi si riunisse per fare il punto della situazione dopo mesi in cui incessantemente si erano ripetute centinaia di scosse sismiche e dove alcuni scienziati e tecnici “non omologati”avvertivano dell’imminenza di una scossa sismica importante che poteva causare seri danni alle cose e alla popolazione; tale riunione è avvenuta pochi giorni prima del verificarsi della scossa disastrosa e si è conclusa con un “ state tutti tranquilli, non c’è nessun pericolo “, la gente è stata invitata a rimanere nelle case.

La cosa paradossale, vergognosa, irresponsabile, è che questionando su di una zona tra le più pericolose del l’Italia dal punto di vista sismico e in presenza di ripetute scosse protrattesi per mesi non si è organizzato un presidio di pronto intervento, non si sono fatte esercitazioni di evacuazione e di comportamento in caso di sisma importante, non si sono individuati i punti di raccolta, non sono state date informazioni alla gente che ha ricevuto solo assicurazioni che nulla di grave sarebbe successo per cui doveva stare tranquilla.
Il tentativo, nella trasmissione di Santoro, di una rappresentante della protezione civile che ha dichiarato che non aveva senso organizzare presidi di pronto intervento poiché essendo tutta l’italia a rischio sismico, il terremoto poteva avvenire dovunque e quindi era impensabile concentrare mezzi e soccorsi in una specifica zona è stata un’affermazione irresponsabile perché non prendeva atto della particolarità abruzzese che da mesi era appunto oggetto di ripetute scosse.
Quale altra parte d’Italia poteva paragonarsi in quel momento all’Abruzzo?
Una colpevole enorme sottovalutazione della situazione da parte del Governo e della Protezione Civile si è compiuta sul caso Abruzzo.
Un esempio emblematico: i soccorritori della protezione civile, animati da grande coraggio e impegno, si sono trovati in difficoltà circa la localizzazione delle aree di intervento poichè non potevano fare affidamento neanche su uno stradario ( NON ESISTEVA !) e quindi non erano nemmeno in grado di individuare le vie da dove provenivano richieste di soccorso!

Su ciò è stato steso un velo di silenzio da parte del Governo, aiutato dall’opposizione, solo l’Italia dei Valori con Di Pietro ha denunciato la situazione e i mass media generalisti e privati lo hanno relegato in un angolo cercando di screditarlo.

ABRUZZO: UN TERREMOTO ANNUNCIATO

da internet:
MASSIMO GALLUCCI, (vittima del terremoto, professore e direttore Uc di Neuroradiologia Università-Asl dell'Aquila)

Da quasi 4 mesi erano state registrate quasi 200 scosse con epicentro a L'Aquila e dintorni. Non poteva essere un evento che rientra nei limiti del normale, come si è sentito dire. Nelle ultime settimane erano incrementate di numero ed intensità. Eppure le voci ufficiali erano rassicuranti. "Non creiamo allarmismi".
Nessuno ha offerto istruzioni calme, rassicuranti, civili, informate. La mia piccola storia assieme alle centinaia di storie di amici, mi ha insegnato che se avessi avuto una torcia elettrica sul comodino non mi sarei fratturato la colonna vertebrale, se avessi avuto un cellulare a portata di mano avrei chiesto aiuto per me e per il palazzo accanto, se molti avessero parcheggiato almeno un'auto fuori dal garage ora l'avrebbero a disposizione, se in quell'auto avessero (e io avessi) messo una borsa con una tuta, uno spazzolino da denti e una bottiglia d'acqua, si sarebbero tollerati meglio i disagi. Se si fosse tenuta una bottiglia d'acqua sul comodino, se si fosse evitato di chiudere a chiave i portoni di casa, se si fosse detto di studiare una strategia di fuga.... Pensate a chi è rimasto incarcerato per ore senza poter comunicare con l'esterno perché aveva il cellulare in un'altra stanza, o perché non trovava al buio le chiavi di casa, come le ragazze di un palazzo a fianco a me già semi sventrato: 6 ore sotto un letto, con la terra che continuava a tremare, perché la porta era chiusa a chiave, senza una torcia elettrica e senza cellulare per chiedere aiuto! E inoltre, se invece di una decina di vigili del fuoco in servizio ci fosse stata una maggiore disponibilità di forze con mezzi già sul posto, piuttosto che aspettarli da altrove, quegli eroi del quotidiano che sono i nostri vigili del fuoco e i volontari della Protezione Civile avrebbero potuto lavorare in condizioni migliori. Piccole cose. A costo irrisorio. Spero che i nostri figli possano fare affidamento su una società più civile".

mercoledì 22 aprile 2009

ADSL OLTRESERCHIO storia di una BUFALA ! 3


La ringrazio innanzi tutto per l'interessamento e un grazie anche al presidente Nardi.
Le faccio presente che non mi risulta che sia vero che la Circoscrizione 5 sia coperta da Eutelia perchè i paesi di Nozzano Castello e Nozzano S.Pietro, Balbano, Castiglioncello non hanno alcun servizio a proposito. Gli altri paesi come S.Maria a Colle, Ponte S.Pietro,S.Macario, Farneta e Maggiano sono coperti dall'ADSL via cavo es. TELECOM che non hanno niente da condividere con il progetto Banda Larga nelle zone Rurali, finanziato addirittura con soldi europei, del quale dovrebbe essere distributrice Eutelia. Le faccio altresi presente che l'amministratore di Telnet srl , Claudio Ceravolo,società incaricata d'installare le antenne, con il quale ho avuto scambi epistolari, è alla ricerca di un sito e mi ha dato l'idea che si brancoli nel buio. Al di là di quest'ultime considerazioni personali, la cosa mi sembra molto superficiale e improvvisata, anche perchè nella riunione fatta al foro Boario sei mesi fa, alla presenza del presidente della Circoscrizione 6 Sig . Nardi e della 5 Sig. Bini, dell'Assessore Luca Leone del Comune di Lucca, dell'Assessore della Provincia di Lucca Francesco Bambini, si dava per scontato la copertura della zona dalle antenne installate in via del poggetto a S.Anna Lucca, cosa che non risulta fattibile tecnicamente perchè trasmettendo su una frequenza di 5Ghz l'onda e quasi lineare e quindi risulta coperta dagli ostacoli naturali(scusi i termini ma non sono un tecnico e mi hanno spiegato in questa maniera la cosa).Sempre secondo una mia opinione personale penso che si voglia fare le nozze coi fichi secchi. Mi spiego meglio: per installare sulla propria casa due pannelli ripetitori grossi quanto una scatola di camicia e un alimentatore, si da in cambio internet gratis, per intenderci 34.90 euro al mese, ma lei sa quanto spenderebbero se dovessero installare un traliccio o prenderne in affitto uno? E se io non pagassi la luce e me la staccassero, s'immagina gli utenti che ricevono il segnale da me cosa farebbero, forse una colletta per riavere internet?
Io vorrei arrivare a capire come hanno fatto a vincere la gara, ma forse è meglio che lo chieda alla comunità europea attraverso i canali ufficiali non appena si sarà insediato il nuovo parlamento anche perchè non vi sia sperpero di denaro pubblico ed il lavoro eseguito sia conforme al bando di appalto che si sono aggiudicato.
Grazie

Cordiali saluti

Giuseppe Politi

ADSL OLTRESERCHIO storia di una BUFALA ? 2


Salve, sig Politi

Il Presidente Nardi mi ha girato la sua mail in quanto "persona informata dei fatti".

Provo a rispondere con le informazioni a mia disposizione. La Circoscrizione 5 risulta in parte già coperta, ma la copertura di alcune zone dipende dall'attivazione di un paio di siti per la quale Eutelia sta chiudendo in questi giorni gli accordi. In teoria i siti dovrebbero essere già "accesi" la settimana prossima, ma ovviamente sarà bene andare a verificare se questa ipotesi sarà confermata.

Comunque, in generale (anche per gli aspetti "commerciali", oltre che tecnici) Eutelia ha attivato un numero verde informativo e qualcosa su web, come riporto nel seguito:

"Per la sottoscrizione dei singoli servizi è necessario prendere contatto con il proprio agente di zona (Tecnoffice di Lucca) o contattare il numero *800 03 15 15* (post selezione 2) o inviare una E-mail info.regionetoscana@eutelia.it. <mailto:info.regionetoscana@eutelia.it.> Il numero e' attivo 24 su 24 e guida il chiamante nel lasciare le informazioni necessarie per consentire la successiva chiamata da parte del personale Eutelia".

Qualora intendesse utilizzare questo servizio informativo, sarei sinceramente curioso di conoscere l'esito, per valutare la capacità di supporto di questo servizio. Infine abbiamo lamentato ad Eutelia (e anche alla Provincia) una scarsa informazione su web. Pare che un servizio più adeguato sia in questi giorni in attivazione (so che il prototipo è stato presentato pochi giorni fa in regione), spero solo di poterle trasmettere a breve il link.

Anche se come Comune abbiamo un controllo relativo sul processo di attivazione della rete, cerchiamo di tenere sotto pressione i soggetti in gioco; sarei lieto se mi volesse tenere informato sugli sviluppi (spero positivi).

Cordiali Saluti
Riccardo Del Dottto


-----Riccardo Del DottoResp. Sistemi Informativi e StatisticaComune di LuccaVia S.Paolino, 14055100 Lucca - ItalyTel. +39 0583 442902Fax +39 0583 442910deldottor@comune.lucca.it

ADSL OLTRESERCHIO ovvero la "BUFALA" 1

Spett. Presidente Circoscrizione 6
Sig. Nardi

dopo la riunione fatta nei mesi scorsi al Foro Boario sulla possibile estenzione della Banda Larga tramite wireless anche alle Circoscrizioni 5 e 6, e il famoso Connectivity Day, mi risulta che anche la sua Circoscrizione, come la 5 quella dove abito io, non risulta coperta dal servizio. Sono venuto anche a sapere che da via del poggetto a S,Anna, non riescono a trasmettere nella mia zona perchè l'antenna è collocata troppo bassa e penso quindi anche nella sua zona.
Desidererei sapere se la sua zona è coperta oppure no e se si prevedono azioni di pressione presso la ditta Eutelia al fine di rispettare gli impegni presi perchè a noi poveri cittadini già declassati per tanti versi non interessano cerimonie in pompa magna ma le reali funzionabilità del servizio.

Distinti saluti , Giuseppe Politi

Nozzano Castello, Lucca

domenica 19 aprile 2009

TUTTI A CASA! LO SPOT E' FINITO

TUTTI A CASA, LO SPOT E' FINITO.
ORA E' TEMPO DEL FARE, POSSIBILMENTE COME PRIMA E PEGGIO DI PRIMA.
BASTA CON LE CRITICHE DELLA STAMPA.
BASTA CON LA RICERCA DELLE RESPONSABILITA'.
LA PRIORITA' E' DEL FARE.
LA PREVENZIONE NON PORTA CONSENSI ELETTORALI, LA RICERCA DELLE RESPONSABILITA' PURE, IL RISPETTO DELLE REGOLE NEANCHE, I CONTROLLI SONO DI OSTACOLO.
LE EMERGENZE CONTINUERANNO AD ESSERCI, GARANTIRANNO SPOT E BUSINESS E SE GESTITE BENE, CON L'AUSILIO DI UN GRANDE ED EFFICIENTE APPARATO MEDIATICO, POSSIBILMENTE RIGOROSAMENTE A SENSO UNICO, ESSE SI CHE GARANTIRANNO SUCCESSI ELETTORALI E VANTAGGI PER I SOLITI NOTI.
PEGGIO PER I MORTI, PRESTO DIMENTICATI, E PER I CITTADINI CHIAMATI A PAGARE COME SEMPRE DI TASCA LORO PER LA SCELLERATEZZA DEL SISTEMA ORMAI BEN COLLAUDATO.

SPREZZO DELLE REGOLE


IL CORRIERE 19.04.2009
LE DICHIARAZIONI NELL'INCONTRO CON LE FAMIGLIE FRANCESCANE

Napolitano: «Bilancio del terremoto aggravato dallo sprezzo delle regole»
E sulla crisi economica il capo dello Stato ha detto: «Provocata da sete di potere e mancanza di valori»
ROMA - «Quando oggi pensiamo e soffriamo per le vittime e per i danni provocati dal terremoto in Abruzzo non possiamo non ritenere che anche qui abbiano contato in modo pesante e abbiano contribuito alla gravità del danno umano e del dolore umano comportamenti di disprezzo delle regole, disprezzo dell'interesse generale e dell'interesse dei cittadini». Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo nella Tenuta di Castelporziano una delegazione delle famiglie francescane. LA CRISI - Il capo dello Stato, rivolgendosi ai Francescani, si è chiesto: «Non sono stati forse questi fenomeni e questi comportamenti» legati «a un indubbio e allarmante decadimento di valori spirituali, umani e morali» a rappresentare «una delle cause della crisi che oggi affligge le nostre economie e le nostre società?». «Parlo di comportamenti dettati da avidità, dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo dell'interesse generale e dall'ignoranza di valori elementari di giustizia e di solidarietà ». LE REAZIONI La capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro attacca Silvio Berlusconi e loda Giorgio Napolitano per le loro differenti dichiarazioni sul terremoto. «Sono stupefacenti le dichiarazioni del Presidente del Consiglio s -ulle inchieste che la magistratura sta compiendo per verificare ed accertare se esistano responsabilità nella tragedia del terremoto. Proprio oggi, mentre il Presidente della Repubblica lancia un accorato monito per condannare chi, infischiandosene della vita dei cittadini e preoccupandosi solo del proprio lucro, ha costruito senza tener conto delle regole».I FRANCESCANI - I francescani d'Italia, per la prima volta ricevuti da un presidente della Repubblica in occasione degli 800 anni dell'Ordine, assicurano a Giorgio Napolitano un impegno forte, spirituale e materiale, a sostegno dei terremotati d'Abruzzo e la loro vicinanza a tutti gli italiani, nel segno dei valori del santo patrono della nazione che «sono anche alla base della carta costituzionale». «Per San Francesco - ha detto il ministro generale dell'ordine dei frati minori, Josè Rodroguez Carballo, ricevuto con una delegazione di 26 francescani - è fondamentale la continua ricerca del dialogo con tutti e l'impegno ad accogliere la diversità come una ricchezza che l'altro ci offre». Il presidente della conferenza italiana dei frati minori cappuccini, frate Aldo Broccato, da parte sua, si è soffermato sulle iniziative per il terremoto. «Confermiamo il nostro impegno - ha poi aggiunto - soprattutto nell'animazione e formazione dei giovani affinchè promuovano il valore alto della fraternità universale perchè i 'lebbrosi' della nostra epoca - ha concluso - possano sentire l'abbraccio della misericordia, della solidarietà e della accoglienza e perchè l'Italia come popolo e territorio sia riflesso dell'amore e della bellezza del creatore».
18 aprile 2009
Rodroguez Carballo, ricevuto con una delegazione di 26 francescani - è fondamentale la continua ricerca del dialogo con tutti e l'impegno ad accogliere la diversità come una ricchezza che l'altro ci offre». Il presidente della conferenza italiana dei frati minori cappuccini, frate Aldo Broccato, da parte sua, si è soffermato sulle iniziative per il terremoto. «Confermiamo il nostro impegno - ha poi aggiunto - soprattutto nell'animazione e formazione dei giovani affinchè promuovano il valore alto della fraternità universale perchè i 'lebbrosi' della nostra epoca - ha concluso - possano sentire l'abbraccio della misericordia, della solidarietà e della accoglienza e perchè l'Italia come popolo e territorio sia riflesso dell'amore e della bellezza del creatore».
18 aprile 2009
IL CORRIERE 19.04.2009

IL FARE COME SPOT E BUSINESS IN ALTERNATIVA AD UNA SERIA PREVENZIONE

IL FARE COME SPOT E BUSINESS. AD OGNO COSTO E COME SEMPRE. TANTO SE POI SUCCEDONO I DISASTRI CAUSATI DA UN FARE SENSA REGOLE E SENZA CONTROLLI SI GESTISCONO IN MODO DA FARNE SPOT PER FARCI BELLI.
La Repubblica 19.04.2009

Il procuratore: dalle indagini nessun ostacolo alla ricostruzione"L'azione penale da noi è obbligatoria, posso solo accertare i fatti"
"Le battute del premier non ci toccano
è tutta l'Italia a volere la verità"
di ATTILIO BOLZONI e GIUSEPPE CAPORALE
Procuratore, ha sentito cosa ha detto Berlusconi sulle sue inchieste del dopo terremoto? "Bah, che volete che dica? E poi, sinceramente, la battuta sul mestiere del dentista lascia il tempo che trova..." A dodici giorni dal sisma che ha sconvolto l'Abruzzo, il procuratore capo della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini - dopo aver firmato i primi atti istruttori, dopo aver nominato i primi periti, dopo aver sequestrato i primi palazzi - è finito dentro un altro terremoto. Insomma, procuratore, che ne pensa delle parole del premier? "In tutta sincerità, non credo che Silvio Berlusconi volesse attaccare il nostro lavoro. Comunque io, come magistrato, non posso fare altro che andare avanti con la mia inchiesta e accertare i fatti. Tutti i fatti". Berlusconi, però, nelle indagini sembra che veda rischi di perdita di tempo. "L'inchiesta sul terremoto non è certo una perdita di tempo, anzi. In Italia, come si sa, c'è l'obbligatorietà dell'azione penale. Di fronte ad un evento drammatico come questo, cosa avremmo dovuto fare, lasciar perdere?" Quindi, lei sarà libero di fare le sue indagini. "Sono certo che ci consentiranno di portarle avanti con la massima serenità". Il presidente del Consiglio teme che l'inchiesta rallenti, in qualche modo, la ricostruzione. "Credo che Berlusconi veda la vicenda da un altro punto di vista, quello degli aiuti e del ritorno alla vita e alla normalità dell'Aquila. Per questo lo rispetto, ci mancherebbe altro. Ma ritengo che queste cose, al momento e per quanto mi riguarda, non abbiano nessun punto di contatto con il nostro lavoro. Sarò più chiaro: non vedo quale nesso possa esserci, almeno per quanto mi è dato sapere, con le indagini che abbiamo avviato subito dopo la sciagura". Berlusconi ha anche aggiunto che non bisogna riempire i giornali con le inchieste. "La sua è una opinione rispettabilissima, ma io ho la mia, ed è questa: ritengo che la stampa stia svolgendo un ruolo fondamentale. La tv informa gli abruzzesi, vittime del terremoto, su tutto ciò che accade. I giornali, con il loro lavoro di approfondimento, di ricerca e di ricostruzione dei fatti, ci hanno aiutato e continuano ad aiutarci per scoprire cosa è successo in alcune zona dell'Aquila". Procuratore, se da una parte il premier ha detto certe cose, dall'altra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha puntato l'indice contro il "disprezzo per il bene comune e per le regole". È un bel sostegno quello del Capo dello Stato, no? "Ho apprezzato molto le parole del presidente della Repubblica. In ogni caso, noi magistrati indagheremo, verificheremo, ascolteremo testimoni. Interrogheremo tutte quelle persone che dovremo interrogare: questa è un'inchiesta che si farà comunque". Lei prevede che sarà un'indagine lunga? "Difficile rispondere a questa domanda. Un ruolo centrale lo svolgeranno le perizie. Per arrivare a delle analisi accurate c'è bisogno di tempo. Noi, ci siamo affidati ad esperti molto qualificati. Quando arriveranno i risultati, sapremo come muoverci. È scontato che cercheremo di fare presto. Del resto, stiamo lavorando anche nei giorni di festa. Ininterrottamente, dalla mattina di quel 6 aprile... La vicenda è gravissima e gli abruzzesi, tutti gli italiani, chiedono verità, chiedono risposte, chiedono giustizia. Lo Stato ha il dovere di darle".
(19 aprile 2009)

LO SPOT SISMA

La Repubblica 19.04.2009
IL COMMENTO
Una questione privata
Abituato a regolare l'informazione televisiva tra l'antipasto e la frutta al tavolo di casa sua, come una questione privata, con gli alleati di governo ridotti ad ospiti o clienti, Silvio Berlusconi ieri si è sentito incoraggiato a dare consigli e ordini anche ai giornali, che finora si era limitato a minacciare. "Basta con le inchieste", ha detto il premier, basta riempire le pagine dei quotidiani con la ricerca delle responsabilità, mentre altri "si rimboccano le maniche", basta "perdere tempo dietro cose accadute", mentre è il momento della ricostruzione. Già il procuratore della Repubblica dell'Aquila, cui tocca per ufficio l'accertamento dell'illegalità, ha spiegato che le indagini non sono una perdita di tempo, e certo non impacciano la ricostruzione, né la ritardano. E il Capo dello Stato, proprio ieri, ha fatto notare a tutti che oltre al disastro naturale in questi giorni misuriamo gli effetti "dell'avidità, della sete di ricchezza e di potere" e soprattutto "del disprezzo delle regole e dell'interesse generale". E' un invito a capire, a pensare, a giudicare, oltre l'emozione. Un invito alla comprensione di ciò che è avvenuto, oltre la compassione. Mentre invece il Capo del Governo, invitando a non "perdere tempo" con quanto è "accaduto" spinge a rinunciare proprio al "quando" e al "come" sono avvenute le vicende più cruciali, dunque al "perché" e in ultimo al "chi", vale a dire alle responsabilità di soggetti pubblici e privati davanti alla pubblica opinione: oltre che alle regole fondamentali del giornalismo in ogni Paese civile. Lo fa cercando di trasformare ogni fatto, anche il più grave, in evento, da consumare solo nell'eterno presente televisivo che non è il tempo reale di una comunità, ma quello eroico del populismo mimetico, che cambia d'abito ogni volta che va in Abruzzo, riuscendo a trasformare la rappresentazione in rappresentanza.
Ma c'è qualcosa di più da ricordare al Premier, nel conformismo generale. L'inchiesta, cioè l'indagine sulla realtà del Paese, è precisamente il compito dei giornali (certo non di questa televisione), insieme con la cronaca dei fatti e l'analisi degli avvenimenti, è il loro modo di "rimboccarsi le maniche", rendendo i cittadini non solo informati, ma consapevoli. "Riempire le pagine" di questo, è esattamente ciò che abbiamo fatto e ci ripromettiamo di fare, perché il giornalismo non è una struttura mimetica come l'informazione televisiva unificata che trasforma tutto in spettacolo, anche la tragedia: semplicemente è parte della vita del Paese, non della sua rappresentazione. Ecco il bisogno di ammonire i quotidiani, anche dopo l'abbuffata di nomine domestiche per la tv al tavolo privato del Cavaliere. Altro che morte della stampa. Se i giornali scrivono semplicemente quel che devono, anche quell'abbuffata catodica non basta e può andare per traverso, magari nell'appagato dopopranzo del potere.
(19 aprile 2009)

giovedì 16 aprile 2009

CON LA PREVENZIONE NON SI VINCONO LE ELEZIONI

ripreso su internet:
www.meteoweb.it - “Tutti quelli che oggi protestano e si indignano, dove erano negli anni passati quando scrivevo a tutti, ai vari governi e a tutti i parlamentari, chiedendo che si investisse in prevenzione?”E’ la domanda, e l’accusa, che il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, intervenuto al Tg1, lancia a dieci giorni dal terremoto.“Sono otto anni che lo dico e con grande tristezza, amarezza e pure rabbia, registro che oggi tutti sono concordi con la necessità di fare prevenzione. Ma dove erano negli anni passati? Non sono i terremoti che uccidono - dice Bertolaso - ma è l’uomo che uccide perchè costruisce come non dovrebbe laddove si sa che ci sono i terremoti”.Il capo della Protezione Civile ricorda anche le reazioni alle sue parole di due anni fa, in occasione delle celebrazioni per il terremoto di Marche e Umbria. “Dissi - sottolinea - che si doveva fare prevenzione, ma temevo che non si sarebbe mai fatta perchè con la prevenzione non si vincono le elezioni. La prevenzione non porta voti, evita i disastri di questo genere e nessuno poi si può mettere la medaglietta del soccorso immediato. Fui aspramente redarguito per queste affermazioni: mi venne detto ’se vuoi fare la politica partecipa alle elezioni e non fare il funzionario dello Stato”.
E al padre di Nicola Bianchi (un ragazzo morto nella Casa dello Studente), che ha detto che il figlio è stato ucciso dall’impudenza delle istituzioni, Bertolaso risponde così: “come dice il magistrato bisogna prima capire cos’è accaduto in quel singolo caso, perchè non si può fare di tutta l’erba un fascio. Ma questo padre ha perfettamente ragione. Come avevano ragione le mamme e i papà dei bambini di San Giuliano di Puglia. E’ un problema che, come ha detto il capo dello Stato, riguarda tutti e tutti ci dobbiamo fare l’esame di coscienza”.
Quanto alla Protezione Civile, conclude, “noi siamo il pronto soccorso di un paese, non siamo noi che dobbiamo imporre regole, discipline e leggi che poi devono essere rispettate. E credo che come pronto soccorso abbiamo agito bene e continueremo a farlo”.

Questo post è stato pubblicato il 15, Aprile, 2009 a 11:23 pm ed è archiviato in Meteorologia, Scienza e Natura. Contrassegnato da tag: bertolaso, Bertolaso prevenzione sismica, Bertolaso Protezione Civile, guido bertolaso, prevenzione, Prevenzione Bertolaso, prevenzione sismica, prevenzione terremoti, prevenzione terremoti Bertolaso, Protezione Civile Italiana. Puoi seguire tutte le risposte a questo articolo attraverso il RSS 2.0 feed. Puoi lascia una risposta, oppure trackback dal tuo sito.

martedì 14 aprile 2009

TESTIMONIANZA DI UN SOPRAVVISSUTO AL TERREMOTO IN ABRUZZO

Da Repubblica del 14.04.2009:
IL DIARIO/ Una settimana dopo, da un ospedale di Roma una domanda:
perché 200 scosse non hanno provocato reazioni?

"Io, medico ferito e sfollato dico:l'allarme alla città andava dato"
di MASSIMO GALLUCCI*

"Da gennaio, quasi settimanalmente si faceva sentire. Ma, un po' come nel film X-men 2, il verme divoratore era sotto controllo. Così ci era stato detto più e più volte dalla stampa e dalle televisioni locali. E così parcheggio, senza particolari precauzioni, nel piazzale alberato a 100 metri da casa. Casa: una palazzina cielo-terra di 3 piani e piccolo attico, di stesura settecentesca, manipolata più volte in seguito, e da noi restaurata 12 anni fa. Per strada, davanti il mio ingresso, gli studenti che alloggiano in affitto negli appartamenti di fronte in cemento armato. Sono una decina, in strada. Una ragazza piange: "non ne posso più, ho paura voglio andare via". Un ragazzo l'abbraccia protettivo. Stai tranquilla. Sono scosse di assestamento. Ormai ci siamo abituati. Così ci prepariamo, come ogni sera quasi tranquilli. A letto. Io, mia moglie e mia figlia. Un letto d'epoca, veneziano, con una spalliera piuttosto alta, che avrà un ruolo in questa storia. Stranamente essenziale e per questo bellissimo. Lascio la luce dell'abat-jour accesa. All'una circa sono svegliato da un'altra scossa. O l'ho sognata? Resto sveglio. Dopo un po' ne arriva un'altra. Alle 3 e mezzo il letto salta, si muove. Non c'è più luce elettrica, polvere dovunque, si fa fatica a respirare tra la polvere e l'odore acre, inconfondibile del gas di città, e il ballo continua, accelera, è forsennato, sale il rumore, quel borborigmo che diventa un ululato rotto dagli allarmi delle auto e da grida, grida, grida attorno. Virginia chiama. Mi butto su di lei per ripararla dalla pioggia di calcinacci e urlo: "Non preoccuparti, è finito, è finito!" Ripeto istericamente quella frase per 22 secondi. E' finito! Grido finalmente per l'ultima volta e "ordino" a mia moglie e mia figlia di seguirmi, di scappare via, subito. Scendo dal letto. Macerie sul pavimento. Polvere e odore di gas. Urla da fuori. Non si vede nulla. Cerco a tentoni la porta, ma non riconosco la camera da letto: la stanza è cambiata. O almeno il letto è in un'altra posizione. La trovo. Si apre. A tentoni raggiungo la rampa delle scale con la sensazione di non trovare le pareti al posto giusto. La rampa non c'è: è un cumulo di macerie.

A piedi nudi su quei sassi, poi sui vetri e i resti dei quadri dell'ingresso. Voglio vedere se si apre la porta. Sembra di no, poi qualche spallata e ci riesco e un po' di luce delle stelle penetra la nebbia e lenisce l'angoscia. Grazie a Dio non siamo prigionieri. Corro di nuovo su. Prendo Virginia e chiamo Lucilla. E approccio di nuovo la discesa. Ma stavolta perdo l'equilibrio e cado di schiena, assieme a Virginia, violentemente sul pavimento dell'ingresso. Un bel volo, forse di un metro e mezzo - due? Per un paio di secondi ho fosfeni. "Virginia, Lucilla, uscite! Uscite, sto bene!" Intanto verifico che muovo le gambe e le mani. Ho un dolore terribile nell'intero tratto lombare. Sicuramente mi sono fratturato. Mi faccio forza ed esco quasi carponi, poi mi metto in piedi e vedo l'orrore che mai avrei creduto o pensato. Il palazzo di fronte: 5 piani di cemento armato accartocciati, stratificati come carte da gioco. Non sarà più alto di 3-4 metri, ora. Non viene una voce da lì dentro. Un silenzio feroce. Mani nei capelli, piango, Daniela amica cara e i bimbi Davide e Matteo; Maria Pia e i figli e quell'anomalo pitbull buono, l'avvocato Fioravanti e la moglie, così dolci e pacati. Che gentiluomo, con la sua piccola collezione di auto d'epoca e il sorriso nonostante la leucemia, e gli altri e gli studenti, quelli che piangevano e si consolavano.Travi di cemento armato di vari metri schiacciano i resti di quella casa. Senza una gru è impossibile fare qualunque cosa. A piedi nudi, sui sassi della città atterrati per terra, come tre zombi facciamo i 50 metri che ci separano da via XX Settembre dove altri zombi seminudi si aggirano senza meta, con gli occhi sbarrati, senza saper dire una parola, guardandosi attorno e piangendo, alcuni.
Attraversiamo il parco alberato nel cui piazzale ho parcheggiato e raggiungiamo la macchina. E' coperta di detriti e polvere, ma agibile. Con lucidità sia io che Lucilla avevamo preso le chiavi della macchina dal portaoggetti sul tavolo dell'ingresso fortunatamente in piedi. In auto passiamo qualche ora, mentre la folla aumenta nel piazzale, assieme al dolore lombare. Continuano le scosse. Sento un ragazzo chiamare Maria, Mariaaaa da sopra le macerie: "c'è mia sorella lì sotto, Mariaaaa!" Alcuni hanno piccole torce elettriche e scavano con le mani. Il termometro della mia auto indica 3 gradi. Chiedo a mia figlia di avvolgermi una pezza da vetri attorno ai piedi congelati. Passano amici e volti noti. Non vedo traccia di isteria. Uno stupore silenzioso e controllato. Tutti si chiedono tra le lacrime: ha bisogno di qualcosa? Sapendo di aver poco o nulla da offrire. Aspettiamo, come bombardati, le luci dell'alba. Per capire. Ma da capire c'è poco. Mia moglie torna a casa. Entra per qualche secondo. "Casa non c'è più. Abbiamo perso tutto. Sai a chi dobbiamo la vita? Alla spalliera del letto che ci ha riparato dai massi della casa a fianco, accasciata come un vecchio sulla nostra. I massi hanno forzato, curvato su di noi la spalliera spingendo il letto contro l'altra parete. Senza di essa, ci sarebbero venuti addosso, sulle teste". Deo gratias. Una serie di coincidenze ci ha salvato la vita. Il resto non conta. Il resto si rifarà. Sono indeciso ora. Andiamo in ospedale a L'Aquila, dove troverò certamente il caos dei feriti ammassati, o direttamente fuori. Ma chissà cosa ha combinato il terremoto da quelle parti? Chissà le strade? Pensieri contorti che trovano soluzione presto: "Portami in ospedale a L'Aquila. Sto per svenire dal dolore". Sono quasi le otto. Passiamo per una circonvallazione fuori città evitando scientemente il centro con l'auto, e ai nostri occhi si offre anche qui lo scenario di guerra che immaginavamo. Arriviamo e troviamo un'apocalisse ben oltre le previsioni: l'accesso al pronto soccorso bloccato da un crollo e il magnifico costosissimo-ma-solido ospedale è provato, inginocchiato, macilento. Dico a mia moglie di andare direttamente nel mio reparto. Inutile intasare il Pronto Soccorso. E qui trovo gente che dalle 4 del mattino lavora indefessa e già sconvolta dai primi orrori. Riesco a essere studiato. Sento l'affetto di chi mi sta intorno. Sono su una barella, finalmente, con un toradol in vena, e il dolore si lenisce. Ho eseguito RM e TC mentre le scosse continuavano impetuose ed impietose. Ho una diagnosi di frattura vertebrale somatica di L2 e varie contusioni. Non ho notizie di mia madre, mio fratello, mia sorella, i nipoti: non ho potuto prendere il cellulare, sepolto dentro casa. Quanto siamo stati viziati dalla tecnologia! Col mio cellulare ho perso la rubrica telefonica e quindi tutti i contatti col mondo. In tarda mattinata l'ospedale è dichiarato inagibile ed evacuato. Mi cerco un ricovero altrove con la difficoltà di non conoscere più i numeri di telefono di nessuno e approdo in qualche ora al Policlinico Umberto I a Roma. E' già tempo di leccarsi le ferite e proporre rapide soluzioni. E' vero. E' anche vero che se il dolore non deve alimentare né rendere faziosa la rabbia, non deve neanche occultare le legittime domande del caso. Non ho velleità polemiche, e la gratitudine a tutti coloro che si sono adoperati per la mia città è infinita. Non posso, nel nome di quei morti, tacere, però, in merito alla disorganizzazione preventiva e all'informazione fuorviante. Da quasi 4 mesi erano state registrate quasi 200 scosse con epicentro a L'Aquila e dintorni. Non poteva essere un evento che rientra nei limiti del normale, come si è sentito dire. Nelle ultime settimane erano incrementate di numero ed intensità. Eppure le voci ufficiali erano rassicuranti. "Non creiamo allarmismi". Ma perché essere preoccupati di dare un allarme consapevole? Noi medici siamo obbligati da anni al consenso informato. Quando io intervengo su un aneurisma cerebrale sono COSTRETTO giustamente a dire e quantificare il rischio percentuale di mortalità. E i Pazienti lo accettano. Non fanno gesti inconsulti. Questo è il mio principale rammarico. Nessuno ha offerto istruzioni calme, rassicuranti, civili, informate. La mia piccola storia assieme alle centinaia di storie di amici, mi ha insegnato che se avessi avuto una torcia elettrica sul comodino non mi sarei fratturato la colonna vertebrale, se avessi avuto un cellulare a portata di mano avrei chiesto aiuto per me e per il palazzo accanto, se molti avessero parcheggiato almeno un'auto fuori dal garage ora l'avrebbero a disposizione, se in quell'auto avessero (e io avessi) messo una borsa con una tuta, uno spazzolino da denti e una bottiglia d'acqua, si sarebbero tollerati meglio i disagi. Se si fosse tenuta una bottiglia d'acqua sul comodino, se si fosse evitato di chiudere a chiave i portoni di casa, se si fosse detto di studiare una strategia di fuga.... Pensate a chi è rimasto incarcerato per ore senza poter comunicare con l'esterno perché aveva il cellulare in un'altra stanza, o perché non trovava al buio le chiavi di casa, come le ragazze di un palazzo a fianco a me già semi sventrato: 6 ore sotto un letto, con la terra che continuava a tremare, perché la porta era chiusa a chiave, senza una torcia elettrica e senza cellulare per chiedere aiuto! E inoltre, se invece di una decina di vigili del fuoco in servizio ci fosse stata una maggiore disponibilità di forze con mezzi già sul posto, piuttosto che aspettarli da altrove, quegli eroi del quotidiano che sono i nostri vigili del fuoco e i volontari della Protezione Civile avrebbero potuto lavorare in condizioni migliori. Piccole cose. A costo irrisorio. Spero che i nostri figli possano fare affidamento su una società più civile".
* L'autore è professore e direttore Uoc di Neuroradiologia Università-Asl dell'Aquila

TERREMOTO IN ABRUZZO

Sul Corriere di martedì 14.04.2009 a proposito della trasmissione "Anno Zero"contestata dal centro sinistra e dal centro destra:
Chi ha paura di Santoro?
14.0415:06
Lettore_726267
Mi sembra davvero una brutta storia. Non ho particolari simpatie per Santoro e per la sua trasmissione. Giovedì scorso, tuttavia, me la sono vista tutta, per l'argomento che era trattato. Non ricosdo sia stato detto alcunché contro l'intervento della protezione civile in corso. Piuttosto è stato fatto ripetutamente osservare che, dopo la tragedia di San Giuliano di Puglia e la legge che ne è seguita, nessun intervento preventivo è stato fatto in una delle zone notoriamente a più alto rischio sismoco d'Italia. Nulla in fatto di esercitazioni, preparazioni di luoghi attrezzati per una tendopoli, nulla par qualsivoglia emergenza. Alla trasmissione era presente il direttore de Il Giornale. Dove è lo scandalo? Non è forse più scandaloso un certo tipo di presenza del Presidente del Consiglio, al solo scopo di dare rassicurazioni e diffondere l'ottimismo di maniera che sembra essere, se non il solo, almeno il principale dei suoi obbiettivi politici. Sante messe a ripetizione, abbracci lacrimosi ad anziani, dichiarzioni di assenza di dolo nei costruttori e di fine dell'emergenza -non si sa su quali basi o informazioni-, dichiarazione di mettere a disposizione le proprie case (in Sardegna?) a persone che quasi non se la sentono di allontanarsi fino a Pescara... Questo ulteriore tentativo di uniformare l'informazione al pensiero del capo, sostenuta, pare, anche dai vertici RAI di più recente nomina mi parrrebbe, invece, un tema di preoccupazione per tutti noi.

mercoledì 1 aprile 2009

SARKOZY E LE REGOLE

Dal Corriere dell’1.4.2009, stralcio
Incontro a Londra in vista del G20

Crisi, asse Brown-Obama«Servono azioni urgenti»
Il premier britannico: «Ripulire le banche». Ma Sarkozy punta i piedi: «Noi e la Germania contrari alla bozza»

INSODDISFATTI - Intanto la bozza del documento finale del G20 non soddisfa ancora Francia e Germania, ha riferito Sarkozy. La Francia ha chiesto regole più severe per la regolamentazione della finanza globale e, in particolare, contro i paradisi fiscali. In una telefonata al capo dell'Eliseo, Brown ha «riaffermato la volontà di una maggiore regolamentazione finanziaria e una posizione molto ferma nei confronti dei paradisi fiscali». «Non darò il mio assenso a un meeting falso», ha detto il presidente francese, «che porti a decisioni inutili e che non affronti veramente i problemi che abbiamo», minacciando anche di lasciare il G20. A tal proposito però Brown si è detto «fiducioso. Sarkozy sarà con noi oggi e sarà seduto con noi stasera alla cena». La minaccia del ritiro del presidente francese non è piaciuta al cancelliere tedesco, Angela Merkel: «Non è l'idea migliore», ha commentato un portavoce del capo del governo tedesco. L'unica preoccupazione del cancelliere è «che potremmo non reagire con la forza necessaria».