mercoledì 30 dicembre 2009

E ORA CI RISIAMO CON LA CONTESORA! FOTO









Alla preoccupazione per la tenuta degli argini del Serchio ora si aggiunge quella per la tenuta degli argini della Contesora, recentemente "messi in sicurezza".

In particolare il problema è presente nel tratto davanti l'Idrovora di Ponte Nuovoche fu oggetto di interventi una quindicina di anni fa.

La gente parla e dice che l'azionamento ( non proprio professionale ) delle idrovore, che hanno pompato l'acqua fuoriuscita dal Serchio, nel torrente Contesora, ha provocato un grosso squarcio nel rivestimento di cemento dello stesso.

Questo fatto avrebbe evidenziato la mancanza di una rete di ferro nella gettata di cemento che ha incamiciato l'argine e il suo spessore inadeguato a sopportare il getto diretto ( a seguito di una operazione maldestra ) delle idrovore.

In questo momento sono in corso lavori per tamponare lo squarcio che mette a repentaglio la sicurezza dell'Oltreserchio in riva destra della Contesora, sinora scampata all'alluvione.

Sarebbe interessante capire se corrispondono a verità le voci che affermano che l'incamiciatura di cemento del Contesora è stato eseguito senza un minimo di legatura, garantita dall'indispensabile rete di ferro!

Alle Autorità competenti si chiede inoltre di garantire in maniera continuativa una puntuale ed efficace manutenzione degli argini dei torrenti e del Serchio e di approvare un regolamento di utilizzo golenale che vieti nella maniera più assoluta il dissodamento dei terreni golenali prospettanti gli argini oltre che il divieto di pascolo sugli argini stessi; devono essere previsti controlli sistematici e severe sanzioni penali e amministrative per i trasgressori .
Alle stesse Autorità si chiede di procedere con il rialzamento dell'argine del Serchio da Nozzano Castello a Ponte S.Pietro, visto che la Provincia di Pisa ha già realizzato un rialzamento degli stessi argini da Filettole a Nozzano Castello. Ad oggi quindi, risultando più basso il tratto di argine, che come detto va da Nozzano Castello a Ponte S.Pietro, in caso di Piena del fiume c'è il pericolo di esondamento in tale tratto.





domenica 27 dicembre 2009

IL FURTO DEL TFR

Dal Blog di Beppe Grillo un'intervista all'economista Beppe Scienza sul furto del TFR ai lavoratori




Il matematico e economista Beppe Scienza vi fa un regalo per il nuovo anno. Un consiglio che salverà il valore del TFR a chi non l'ha ancora affidato ai fondi pensione. Passate parola a tutti i lavoratori, vostri colleghi o amici, di tenersi stretto il TFR nel 2010. Quando arriverà una busta arancione con la richiesta di spostare il TFR nei fondi pensione rifiutate. Per raccattare qualche adesione in più ci sarà probabilmente il silenzio/assenso, quindi dovrete rispondere per forza. Il 6 giugno del 2007, ben prima della crisi economica, il blog pubblicò il post: "Il TFR mormorò" con gli stessi consigli: "Se lavori nel settore privato ed entro fine giugno non dici nulla, il tuo TFR finirà nel risparmio gestito. Un’avventura da far tremare i polsi. Da vent’anni i fondi comuni fanno perdere soldi. E i fondi pensione sono pronti a ripetere gli stessi disastri. Il silenzio assenso è una trappola. Cambiano le carte in tavola senza chiedere nulla. E’ il gioco delle tre tavolette con i soldi di una vita. Non è vero che costruiscono una pensione integrativa: danno il TFR in pasto all’industria del risparmio gestito.". Chi in seguito ha mantenuto il suo TFR in azienda ha guadagnato, chi ha investito in fondi ha perso una cifra!Intervista a Beppe Scienza:"L’ultima novità sul TFR ha suscitato molto sdegno, anche se in effetti non è la cosa più grave. La novità è che la Legge Finanziaria per il 2010 utilizzerà quei soldi che le aziende, anziché tenerli loro a fronte del TFR dei loro dipendenti, hanno dato all’Inps non è la cosa più grave, in quanto non tocca veramente la situazione dei lavoratori; purtroppo sono altre le cose che toccano o toccheranno o minacciano di toccare la situazione dei lavoratori.La riforma bipartisan del TFR, decisa prima da Maroni e Tremonti con il governo Berlusconi e poi anticipata di un anno dal governo Prodi, è stata uno dei tiri più mancini tirati ai lavoratori italiani negli ultimi decenni.Il vero inganno, il vero imbroglio, la vera falsità che viene diffusa dai vari economisti di regime è un’altra, ed è la base del discorso con cui si vuole convincere la gente a aderire alla previdenza integrativa e è questo discorso. Le pensioni saranno basse e quindi non sufficienti, per integrarle bisogna trasferire il TFR ai fondi pensione: bene, questa è una falsità bella e buona! Può anche darsi che le pensioni saranno basse, anche se è difficile prevedere tra 40 anni come saranno le pensioni, prevedere a distanza di 40 anni come saranno le pensioni, come saranno gli stipendi, come saranno i prezzi è praticamente impossibile. Ma anche se fosse vero che saranno basse, è falso che per avere una rendita aggiuntiva bisogna trasferire il TFR ai fondi pensione o a altri prodotti assicurativi: no, uno si tiene il TFR e, quando incassa la liquidazione, se vuole utilizza questa cifra per avere una pensione integrativa e, se quella cifra è più alta di quanto è rimasto invece a quel poveraccio che ha aderito a un fondo pensione, chi non ha aderito avrà una pensione integrativa più alta di chi ha aderito.Ci sono dei campioni, nella non nobile arte di prendere in giro i lavoratori italiani che raccontano loro delle cose addirittura ridicole; prendo un esempio concreto, uno di questi campioni si chiama Marco Lo Conte ed è un giornalista de Il Sole 24 Ore, il bollettino quotidiano della Confindustria, in cui lui dice - cito da sabato 24 ottobre 2009 a pagina 4 di Plus24, il supplemento - che: “per chi non aderisce alla previdenza integrativa c’è la certezza roulotte, cioè la certezza di trovarsi, in vecchiaia, a vivere in una roulotte senza neanche il cibo per i gatti” e questo riguarderebbe 18 milioni tra i 23 milioni di italiani lavoratori dipendenti. Beh, dire che chi non aderisce alla previdenza integrativa è certo di finire a vivere in roulotte mostra soltanto che a Il Sole 24 Ore manca il senso del ridicolo.Con il 2010 dovrebbero arrivare a tutti i lavoratori dipendenti delle buste, pare di colore arancione, ma l’aspetto cromatico è irrilevante, in cui si dice loro quale sarà presumibilmente la loro pensione. Il fine di queste buste arancioni è spaventare i lavoratori e indurli, spingerli a cosa? Ai fondi pensione o a altri prodotti assicurativi. Ecco, questo è quello che una persona prudente proprio non deve fare.Dare i propri soldi ai fondi pensione vuole dire correre due rischi che con il TFR non si corrono: il primo rischio - e si è visto bene nel 2008 - è che un crack di mercati finanziari faccia scendere di valore quello che uno ha messo da parte; qui non si tratta di fallimenti, i fondi pensione non falliscono, anche i fondi comuni non falliscono, però possono perdere il 90% senza fallire. L’altro rischio che c’è è che riparta l’inflazione.Quello che è sicuro è che, di fronte a entrambi questi due rischi, un crack dei mercati finanziari e il ripartire dell’inflazione, che magari possono anche capitare entrambi insieme, perché a volte le brutte notizie vengono insieme, chi si tiene il TFR è tranquillo, perché il valore del TFR non dipende dai mercati finanziari e, se viene l’inflazione, il TFR segue in maniera eccellente l’inflazione.Ora, il ministro Sacconi ha più volte anticipato che: “si farà partire un nuovo periodo di silenzio /assenso”, cioè altri sei mesi in cui, automaticamente, se uno decide di no, i suoi soldi vanno nei fondi pensione.Il TFR va bene per i lavoratori, va abbastanza bene per i lavoratori, va abbastanza bene per le aziende, però non fa guadagnare i banchieri, perché i lavoratori prendono i soldi dalle aziende e la banca non si mette in mezzo a fare la sua cresta; non fa guadagnare gli assicuratori, che non sono assolutamente nel gioco, non va guadagnare i gestori di fondi perché non gestiscono niente, non fa guadagnare i sindacati, perché non hanno a da mettere i loro uomini, come invece li mettono, nei fondi pensione per la gestione dell’amministrazione, non fa guadagnare i funzionari della Confindustria e delle altre organizzazioni del patronato, che invece nei fondi pensione mettono anche loro i propri uomini, non fa guadagnare i docenti universitari, non fa guadagnare gli economisti, perché il TFR va avanti per conto suo e gli economisti non possono fare consulenze, non possono essere nei consigli di amministrazione dei fondi pensione, non possono guadagnarci sopra. Insomma, il TFR è una cosa che va bene soltanto ai lavoratori e alle aziende, non fa guadagnare gli altri e gli altri hanno cercato di distruggerlo. Per fortuna non ci sono ancora riusciti!" Beppe Scienza

venerdì 25 dicembre 2009

FATALITA' O COLPA NELLA ROTTURA DELL'ARGINE A S.MARIA A COLLE?













































corrispondono al vero le voci che circolavano in giro nella mattinata del disastro secondo cui nella zona golenale antistante la rottura dell'argine sono stati "scavati" numerosissimi alberi con conseguente indebolimento della base dello stesso e quindi della sua inevitabile rottura sotto la pressione delle acque del fiume in piena? Dalle foto nella zona incriminata si percepisce una sorta di dislivello nel terreno golenale : causato da impropri "lavori" eseguiti?