lunedì 7 settembre 2009

REGIME PRO DOMO SUA

( DAL Blog di Bebbe Grillo, stralcio )
STA GIA’ ACCADENDO!

“…..I licenziamenti e la chiusura delle aziende sono arrivati. Se ne sono accorti anche Morfeo Napolitano e la Marcegaglia degli inceneritori. Questo governo, per reggere, ha indebitato gli italiani a un livello argentino con circa 15 miliardi di euro al mese nella prima parte dell'anno. Le casse dello Stato sono vuote. L'ora della Storia sta per scoccare per lo psiconano. Non lasciamolo solo. Ci sono tanti magistrati che vorrebbero averlo in aula, anche solo come testimone…..”


Discussione
A me invece la cosa spaventa di piu' e' l'azzeccatissima osservazione fatta dalla ex-moglie Veronica:
«Mio marito insegue lo spirito di Napoleone, non quello del dittatore.Il vero pericolo è che in questo paese la dittatura arrivi dopo di lui, se muore la politica, come temo stia accadendo».
Berlusconi ha solo aperto le porte (con leggi bavaglio, depenalizzazioni di reati, il modo di governare con decreti legge, il controllo della stampa e della tv, le querele etc etc...) a chi arrivera' dopo di lui e che fara' un vero e proprio disastro...

francesco c., emigrato all'estero 06.09.09 19:19

LA COERENZA DI DE MAGISTRIS

Chissà quanti voti avrebbe preso De Magistris se avesse dichiarato il vero: non mi dimetterò dalla magistratura anche se verrò eletto al parlamento europeo.

Ancora c'è qualcuno che scrive queste CAZZATE, allora: Se non lo sapete:De Magistris ha chiarito il motivo del suo ritardare le dimissioni, ovvero che avendo un procedimento disciplinare contro di lui aperto come magistrato, se si dimettesse, questo procedidemto sarebbe cassato senza giungere a conclusione e lui invece vuole, giustamente, essere prosciolto da tutti gli addebiti prima di dimettersi!!
Se lo sapeteE scrivete queste cazzate lo stesso,VAFFANCULO!
nicola rindi, prato 05.09.09 14:58
(dal Blog di Beppe Grillo)

martedì 1 settembre 2009

IPOCRISIA ALL'IPERBOLE

Da "REPUBBLICA" un articolo di Berselli:
L'ANALISI. Così il capo del governo vuol recuperare con le gerarchie
La marcia del cattolico libertino tra squillo, Vaticano e Padre Pio
di EDMONDO BERSELLI

Secondo il cinismo della cultura prevalente nel circuito di potere berlusconiano, il cattolicesimo italiano è sufficientemente adulto per saper distinguere fra i comportamenti personali, eventualmente deplorevoli, e la funzione pubblica praticata da un leader politico. Quindi la prostituzione di regime messa in piedi a Palazzo Grazioli apparterrebbe a uno stile di vita "folk", da considerare con un sorriso di complicità. Si tratterebbe in questo senso di un tocco sovrano di eccentricità, il "Berlusconi's Touch", in cui il "presidente puttaniere", come il Sultano si è definito, costituisce un gustoso tratto personale, a cui anche i cattolici convenzionali guardano con una sottaciuta simpatia. Sono bugie, finzioni, mitologie. È la cortina di menzogne che i principali collaboratori del presidente del consiglio, a cominciare dall'avvocato Ghedini, hanno cercato di alzare intorno al capo del governo. Una volta chiesero a Bettino Craxi, rifugiatosi a Hammamet, un giudizio su uno dei suoi numeri due, Giuliano Amato: "Un professionista a contratto", rispose con tutta la malevolenza possibile Craxi. Ora Berlusconi di professionisti a contratto ne ha molti. Ma il suo stile e le sue notti di fiaba sono difficilmente neutralizzabili dai professionisti al suo servizio: e non vengono stigmatizzate ieri soltanto dall'Observer ("un governo marcio") e dal Daily Telegraph ("premier libidinoso"): la stampa inglese mette in rilievo il tentativo berlusconiano di riguadagnare consenso nei confronti del mondo cattolico meno mondano e più tradizionale, per quel "popolo" ancora convinto delle verità contenute nel sesto e nel nono comandamento.
Ma non sarà il progetto di visitare il sacrario di Padre Pio a sanare la ferita, vera, che si è aperta nella psicologia del cattolicesimo qualunque. Per almeno due terzi dei cattolici italiani, abituati da decenni a trovare un'ancora nella Democrazia cristiana, Forza Italia e il Pdl erano rimasti una garanzia ideologica e "spirituale", anche contro nemici invisibili, "i comunisti" continuamente evocati dallo spirito quarantottesco del Cavaliere. Scoprire la vera qualità dei comportamenti del Capo è stato un trauma. Perché un conto è conoscere l'impronta culturale delle tv berlusconiane, nate e cresciute cullando il consumismo, l'edonismo, il culto del corpo, tutti i totem di una religione alternativa al magistero della Chiesa, Al massimo i cattolici vecchio stampo, di fronte allo spettacolo di centinaia di centimetri quadrati di epidermide, si vergognano un po', e si consolano con la versione ufficiale esibita in ogni occasione dai leader di Forza Italia: tutti specializzati nel manifestare un cattolicesimo conformista e pronti a ogni pratica da baciapile per assicurare la loro fedeltà, laica e devota insieme, alla gerarchia. Per strappare il velo di questa ipocrisia, e rivelare l'insostenibilità di queste acrobazie fra la bigotteria e la spregiudicatezza politica, ci voleva qualche gesto vistoso. Non il pronunciamento di un settimanale assai critico verso il berlusconismo come "Famiglia cristiana" o di altri organi e personalità del cattolicesino conciliare, dossettiano e più meno di sinistra, Ci voleva l'intervento del quotidiano della Cei, "Avvenire", e del suo direttore Dino Boffo. Si può capirne l'importanza e lo spessore anche ex contrario, valutando il silenzio praticamente tombale (e non si tratta di ridicole tombe fenicie) con cui è stato accolto dall'informazione italiana. Boffo ha pubblicato tre lettere, in cui i lettori mettono in rilievo alcuni aspetti critici particolari, Il primo aspetto investe la "sfrontatezza" del premier e l'incongruenza tra vizi privati e pubbliche virtù. Subito dopo viene la critica alla riluttanza della gerarchia a prendere una posizione netta verso lo stile di vita di Berlusconi, cioè riguardo a "comportamenti improponibili per un uomo con due mogli, cinque figli, responsabilità pubbliche enormi e un'età ragguardevole". II direttore di "Avvenire" non si è tirato indietro. Il Berlusconi licenzioso induce a parlare di "desolazione". Esiste, anzi dovrebbe esistere, un a priori etico che ha valore prima delle strategie politiche e delle dichiarazioni formali, Il "sondaggismo", cioè il consenso volatile costruito dalle indagini demoscopiche ben orientate, non assolve nulla, Ecco, la fiducia che premierebbe comunque il buon cattolico, "il padre di famiglia", che ammette ridendo "non sono un santo" è un'invenzione della scaltrezza dei professionisti a contratto del giro berlusconiano. In realtà c'è un'Italia cattolica sicuramente moderata ma forse non ancora istupidita dai giochi di prestigio dei maghi della destra. È un pezzo di società poco conosciuto, che non si fa sentire, difficilmente voterà a sinistra, ma è perfettamente in grado di togliere la fiducia a un leader politico, e di sgretolarne la base di compenso, Per questa base cattolica, il pellegrinaggio a Pietrelcina e nei luoghi di Padre Pio contiene una strumentalità talmente plateale da generare addirittura un'insofferenza ulteriore. Il paese, come scrive Boffo a proposito della sfasatura fra il Berlusconi politico e il Berlusconi più ludico, potrebbe sentirsi "raggirato". Ebbene, la Chiesa è un organismo complesso, e la realtà cattolica non è identificabile con gli stereotipi. Forse in questa occasione i berluscones hanno scherzato troppo con un mondo che in genere conoscono poco, e che negli anni ha dovuto imparare a cambiare ripetutamente l'orientamento del proprio consenso. Il ritiro della fiducia avviene di solito in modo silenzioso. Questa volta potrebbe essere già cominciato, all'insaputa del mondo berlusconiano.
(27 luglio 2009)