domenica 19 aprile 2009

IL FARE COME SPOT E BUSINESS IN ALTERNATIVA AD UNA SERIA PREVENZIONE

IL FARE COME SPOT E BUSINESS. AD OGNO COSTO E COME SEMPRE. TANTO SE POI SUCCEDONO I DISASTRI CAUSATI DA UN FARE SENSA REGOLE E SENZA CONTROLLI SI GESTISCONO IN MODO DA FARNE SPOT PER FARCI BELLI.
La Repubblica 19.04.2009

Il procuratore: dalle indagini nessun ostacolo alla ricostruzione"L'azione penale da noi è obbligatoria, posso solo accertare i fatti"
"Le battute del premier non ci toccano
è tutta l'Italia a volere la verità"
di ATTILIO BOLZONI e GIUSEPPE CAPORALE
Procuratore, ha sentito cosa ha detto Berlusconi sulle sue inchieste del dopo terremoto? "Bah, che volete che dica? E poi, sinceramente, la battuta sul mestiere del dentista lascia il tempo che trova..." A dodici giorni dal sisma che ha sconvolto l'Abruzzo, il procuratore capo della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini - dopo aver firmato i primi atti istruttori, dopo aver nominato i primi periti, dopo aver sequestrato i primi palazzi - è finito dentro un altro terremoto. Insomma, procuratore, che ne pensa delle parole del premier? "In tutta sincerità, non credo che Silvio Berlusconi volesse attaccare il nostro lavoro. Comunque io, come magistrato, non posso fare altro che andare avanti con la mia inchiesta e accertare i fatti. Tutti i fatti". Berlusconi, però, nelle indagini sembra che veda rischi di perdita di tempo. "L'inchiesta sul terremoto non è certo una perdita di tempo, anzi. In Italia, come si sa, c'è l'obbligatorietà dell'azione penale. Di fronte ad un evento drammatico come questo, cosa avremmo dovuto fare, lasciar perdere?" Quindi, lei sarà libero di fare le sue indagini. "Sono certo che ci consentiranno di portarle avanti con la massima serenità". Il presidente del Consiglio teme che l'inchiesta rallenti, in qualche modo, la ricostruzione. "Credo che Berlusconi veda la vicenda da un altro punto di vista, quello degli aiuti e del ritorno alla vita e alla normalità dell'Aquila. Per questo lo rispetto, ci mancherebbe altro. Ma ritengo che queste cose, al momento e per quanto mi riguarda, non abbiano nessun punto di contatto con il nostro lavoro. Sarò più chiaro: non vedo quale nesso possa esserci, almeno per quanto mi è dato sapere, con le indagini che abbiamo avviato subito dopo la sciagura". Berlusconi ha anche aggiunto che non bisogna riempire i giornali con le inchieste. "La sua è una opinione rispettabilissima, ma io ho la mia, ed è questa: ritengo che la stampa stia svolgendo un ruolo fondamentale. La tv informa gli abruzzesi, vittime del terremoto, su tutto ciò che accade. I giornali, con il loro lavoro di approfondimento, di ricerca e di ricostruzione dei fatti, ci hanno aiutato e continuano ad aiutarci per scoprire cosa è successo in alcune zona dell'Aquila". Procuratore, se da una parte il premier ha detto certe cose, dall'altra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha puntato l'indice contro il "disprezzo per il bene comune e per le regole". È un bel sostegno quello del Capo dello Stato, no? "Ho apprezzato molto le parole del presidente della Repubblica. In ogni caso, noi magistrati indagheremo, verificheremo, ascolteremo testimoni. Interrogheremo tutte quelle persone che dovremo interrogare: questa è un'inchiesta che si farà comunque". Lei prevede che sarà un'indagine lunga? "Difficile rispondere a questa domanda. Un ruolo centrale lo svolgeranno le perizie. Per arrivare a delle analisi accurate c'è bisogno di tempo. Noi, ci siamo affidati ad esperti molto qualificati. Quando arriveranno i risultati, sapremo come muoverci. È scontato che cercheremo di fare presto. Del resto, stiamo lavorando anche nei giorni di festa. Ininterrottamente, dalla mattina di quel 6 aprile... La vicenda è gravissima e gli abruzzesi, tutti gli italiani, chiedono verità, chiedono risposte, chiedono giustizia. Lo Stato ha il dovere di darle".
(19 aprile 2009)

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