giovedì 13 marzo 2008

UNIVERSALISMO RELIGIOSO 1


La Certosa di Farneta (Lucca-Toscana-Italia) : un "Luogo di universalismo religioso"
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“Seppure in modo assai eterogeneo, le grandi visioni religiose rinviano tutte ad alcuni significati universali” (A.Lo Presti).
“Nel 1993, l’Assemblea delle religioni mondiali ha approvato una “Dichiarazione per un’etica mondiale” nella quale si menziona un tratto universale di tutte le grandi prospettive religiose noto come “REGOLA D’ORO”: In sostanza, è presente in tutti i sistemi l’idea che l’altro, il prossimo, va trattato come se fosse un altro me.
Commenta il teologo Piero Coda: “Per tutti (…) vivere la regola d’oro significa porre la premessa indispensabile perché cadano le barriere pregiudiziali; (…) non si tratta di astratto o utopico idealismo irenico (come non vedere la carica di violenza di cui possono essere portatrici e strumenti le tradizioni religiose?), ma di saper scoprire e far sbocciare, appunto, quest’intrinseca innervatura e vocazione in ogni caso in esse presenti”.
Legittimamente, è possibile rivolgersi la domanda se quanto di comune c’è in tutte le grandi religioni non possa avere pretesa di indicare il percorso storico che l’umanità sta compiendo, in ordine ad una crescente condivisione degli spazi e delle esperienze. A qualificare questi processi sono denominazioni e discipline differenti, per cui spesso si ricorre ai concetti di relazione, di cooperazione, di solidarietà, di interazione, e altri.
Rimane la sostanza di un divenire dell’umanità non più intesa quale mera attribuzione zoologica, ma categoria viva che racconta di una ricerca incessante di unità nelle plurali forme di espressione che in essa convivono.

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