venerdì 22 febbraio 2008

COME AL SOLITO: A CHI TROPPO E A CHI NULLA.



L’ingenuità dell’opposizione permette alla maggioranza di salvaguardare gli interessi immobililiari speculativi.

A Lucca, in zone dove al cittadino “normale” non è permesso neppure di murare un mattone, ai “soliti noti” si permette di costruire di tutto, inventando volumetrie inesistenti o creandole ad hoc.
Ciò è quanto sta succedendo oggi, in perfetta continuità con il precedente mandato amministrativo.
Se poi è vero quello che Angelini dice ( a proposito del rilascio della concessione per la trasformazione delle serre a S.Macario ) in cronaca della Nazione del 19.2.’08, da cui sembrerebbe che: “ gli interessati (…) per evitare che fosse approvata la Variante al Regolamento Urbanistico, che ( solo ora si sa ) avrebbe impedito il rilascio della nuova licenza edilizia il 25 gennaio, hanno convinto tutti i consiglieri del centrodestra ad abbandonare l’aula del Consiglio, solo per permettere che maturasse il giorno dopo, il tempo del rilascio”, allora la vicenda risulterebbe di estrema gravità, prefigurando possibili reati.
Ricordiamo che il Presidente del Consiglio aveva previsto, d’accordo con i capigruppo, di arrivare alla votazione sui bonus e sulle salvaguardie entro le ore 20 del 25 gennaio, cosa che avrebbe impedito ( attraverso l’attivazione delle salvaguardie ) che le cose andassero come invece sono andate.
Il centro destra si è aggrappato ad un emendamento dell’opposizione, a nostro parere insignificante dal punto di vista del contrasto alla cementificazione ed inopportuno dal punto di vista politico-gestionale.
Il centro destra conseguentemente ha avuto buon gioco a tirare per le lunghe il Consiglio, arrivando a richiederne il rinvio per un necessario approfondimento tecnico; successivamente è arrivato a far mancare il numero legale, al fine di non permettere al Consiglio di pronunciarsi sui provvedimenti all’ordine del giorno, tra cui appunto l’adozione delle salvaguardie.
A seguito di ciò il Consiglio è stato rinviato di tre giorni e si è svolto il successivo 28.02.’08. In tale seduta sono stati deliberati i provvedimenti precedentemente rimandati ma nel frattempo i buoi non erano più nella stalla poiché, sul caso delle serre a S.Macario, la salvaguardia approvata in ritardo, si era abbinata ad un diniego della Soprintendenza decretato il penultimo giorno ( il 59° ) a disposizione per il pronunciamento, comunicato peraltro in ritardo perché inoltrato solo per posta nei giorni successivi. Il Codice dei Beni Ambientali e Paesaggistici all’art.149 prescrive che “ Il soprintendente comunica il parere entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla data di ricezione della proposta di cui al comma 7. Decorso inutilmente il termine per l’acquisizione del parere, l’amministrazione competente assume comunque le determinazioni in merito alla domanda di autorizzazione”.
Sulla vicenda l’opposizione, come minimo, si è comportata in modo ingenuo, offrendo ( involontariamente ? ) “agli interessati” ( di cui parla Angelini ) l’occasione affinché le cose si svolgessero in modo da far maturare i tempi per il rilascio della concessione riguardante il mega intervento a S.Macario. L’opposizione si è lasciata abbindolare da un’abile manovra orchestrata dai rappresentanti dei forti interessi patrimoniali e speculativi presenti in Consiglio.
Sulla questione dei “Bonus”, l’opposizione ha fatto flop dimostrando incapacità di inquadrare in maniera corretta la problematica della cementificazione a Lucca e dimostrando di non capire e non conoscere i reali bisogni dei cittadini e di non capire e non conoscere la problematica urbanistica e territoriale lucchese.
Associandosi all’iniziativa della maggioranza di centro destra l’opposizione si è resa corresponsabile della riduzione dei “bonus”, cioè di uno strumento di intervento che, gestito correttamente, non ha nulla di speculativo e che risponde ai reali bisogni dei cittadini.
Così facendo si è attivata una iniziativa caratterizzata anche da notevole miopia politica.
A nostro parere l’opposizione doveva, da una parte difendere i bonus inquadrandoli in una corretta gestione, realizzando in tal modo una condivisione con i cittadini e con gli ordini professionali che si erano largamente espressi in tal senso sulla questione; dall’altra doveva concentrarsi sui mega interventi chiedendo la loro subordinazione ( e puntuale verifica ) al ridisegno armonico della Città.
D’altra parte, i “bonus”, come già sottolineato, rappresentano un valido strumento incentivante il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, direttamente collegato al mantenimento della popolazione sul territorio e al suo presidio, alla configurazione territoriale così come si è andata sedimentando nella storia, alla facilitazione di una politica familiare di assistenza, collaborazione e coesione sociale.
Inoltre, poiché i “bonus” sono spendibili sul patrimonio edilizio esistente, anche i costi di urbanizzazione non aumentano e anzi, le casse comunali si rimpinguano senza ulteriore aggravio di nuove occupazioni di suolo in aree da urbanizzare, spesso al di fuori di un disegno complessivo e quindi generatrici di squilibri sociali ed urbanistici.
Un altro elemento a favore dei “bonus” è rappresentato dall’attuazione scadenzata nel tempo; infatti essi si concretizzano nel momento in cui si realizza il bisogno ( di una nuova stanza, di nuovo spazio per ospitare figli, genitori, per migliorie igieniche, impiantistiche ed estetiche, per una migliore vivibilità, ect.).
Purtroppo ancora una volta, da tutte queste vicende emerge, per un verso, la mancanza di coordinamento degli enti preposti al Governo del Territorio, una tendenza a svolgere i propri compiti in maniera ordinaria, burocratica e sciatta, comunque funzionale a coprirsi le spalle e a lavarsene le mani, sia a livello gestionale che politico; per altro verso emerge la subordinazione ai poteri forti, capaci di indirizzare ed imporre le scelte urbanistiche, favoriti anche dalla legge regionale n°1/’05 che ha cambiato totalmente paradigma, passando da un’urbanistica programmata, riformistica ( che ha prodotto l’eccellenza del paesaggio toscano così come oggi lo conosciamo ) ad un’urbanistica negoziata, contrattata, concepita come risorsa per risanare i bilanci degli enti invece che come momento di riequilibrio territoriale e di allocazione coerente delle attività e della vita delle persone.
Sulle problematiche territoriali oggi c’è bisogno di più etica, più cultura dialogante, più partecipazione, più coinvolgimento delle persone, più trasparenza.


22.02.2008

Ocl.oltreserchioecollinelucchesi

lunedì 18 febbraio 2008

Il Simbolo della PACE compie 50 anni

Yahoo! Notizie

Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Mezzo secolo e ancora contemporaneo. Compie cinquant'anni il simbolo della pace, composto da una linea verticale e due linee inclinate verso il basso, inscritte in un cerchio. Diventato negli anni uno dei loghi più conosciuti, associato all'America degli anni ‘60 e alla cultura hippie, nasce in realtà in Gran Bretagna nel 1958 come simbolo della Cnd (Campaign for nuclear Disarmement), organizzazione pacifista che aveva tra i suoi promotori il filosofo Bertrand Russell (1872-1970). Il primo utilizzo pubblico del simbolo risale infatti alla marcia di Aldermaston, località sede di una base militare e di una fabbrica di armi nucleari, in Inghilterra, come descritto in un articolo sulla manifestazione dal ‘Manchester Guardian’.
A inventare il simbolo, che è riuscito a imporsi sul suo più diretto concorrente, la colomba della pace di Picasso, è stato Gerald Holtom. Obiettore di coscienza durante la Seconda guerra mondiale, decisione non scontata per quei tempi, Holtom, al termine del conflitto si avvicinò al Cnd diventandone presto attivista. Ai membri dell’organizzazione propose uno strano logo disegnato, qualche tempo prima, in nome della pace.
L’idea nacque dopo aver studiato l'opera di Goya sui popolani madrileni fucilati dalle truppe di Napoleone. In particolare, la sua attenzione cadde su due personaggi: uno morto con le braccia abbassate e un altro vivo con le braccia alzate. Stilizzando tali posizioni e ispirandosi alla gestualità che i marinai utilizzano per comunicare a distanza tramite le bandierine (la lettera ‘N’ di ‘nuclear’, indicata dalla linea verticale, la lettera ‘D’ di ‘disarmament’, corrispondente alle linee inclinate, e il cerchio che rappresenta la parola ‘globale’), realizzò il simbolo della pace che i pacifisti inglesi riprodussero durante le marce da Londra ad Aldermaston.
Proprio nel 1958 vennero realizzati i primi distintivi in ceramica con il simbolo della pace. Oggetti che furono distribuiti con un foglietto ‘di istruzioni’ nel quale si spiegava che in caso di disastro atomico quello sarebbe stato uno dei pochi manufatti umani a restare integro.
Alle marce tra Londra e Aldermaston parteciparono molte persone tra cui un collaboratore di Martin Luther King, Bayard Rustin, che, affascinato dall'idea, 'esportò' il simbolo negli Stati Uniti dove venne adottato dagli attivisti per i diritti civili. Nella metà degli anni ‘60, comparve nelle dimostrazioni contro la guerra del Vietnam, dipinto sulle bandiere americane, sui vestiti dei contestatori e persino sugli elmetti dei militari impegnati al fronte, oltre che su milioni di spille, magliette, affiancato allo slogan “Fate l'amore non fate la guerra”, mobili e tessuti di arredamento, portaceneri, asciugamani.
Nello stesso periodo, ‘sponsorizzate’ dalle chiese fondamentaliste americane, nacquero leggende circa supposte origini sataniche del simbolo, visto che con molta fantasia lo si può interpretare come una croce spezzata. Ma il successo popolare continua da mezzo secolo, sui muri di Sarajevo e di Timor Est, nelle manifestazioni, sui diari o gli zainetti dei ragazzi. E la cosa curiosa è che nessuno, né Holtom né la Cnd, ha mai registrato il marchio.
Secondo il ministro per la Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, nonostante il mezzo secolo di vita, quello della pace “non è affatto un simbolo sorpassato e, anzi, è entrato a pieno titolo nella modernità”. Ferrero spiega all'ADNKRONOS che ''nella società di oggi i 'valori' e i simboli hanno più valore di un tempo. La società ha bisogno di identificazioni simboliche''.
''Sia come simbolo pacifista che come simbolo antimilitarista” - afferma Ferrero – il simbolo della pace “fa parte del vissuto contemporaneo e non è affatto stato ‘soppiantato’ dalla bandiera con i colori dell'iride. La bandiera – spiega - ha una caratterizzazione più nettamente pacifista o, se si vuole buonista. Mentre il simbolo della pace ha anche una carica antimilitarista, è simbolo dell'obiezione di coscienza. Non solo quindi ricerca della pace, ma rifiuto delle armi, dell'impegno personale contro l'uso delle violenza e per il riconoscimento dei diritti”.
E conclude: ''E' un simbolo che ho incontrato dappertutto: in Europa come in America. E' un simbolo universale, riconosciuto in tutto il mondo. E questo – sottolinea - è fose dovuto proprio al fatto che non è stato mai registrato. Non è di nessuno quindi è di tutti''.

venerdì 15 febbraio 2008

Lucca: i “bonus” usati come utile capro espiatorio

Assistiamo inebetiti allo sconcertante scaricabarili degli organi competenti e delle istituzioni che, a parole, dichiarano la loro attenzione al territorio e poi non sono capaci di coordinarsi affinché l’obiettivo sia raggiunto.L’iniziativa contro l’ulteriore cementificazione rischia di esaurirsi in una bolla di sapone, dal momento che c’è la sensazione che ancora una volta, attraverso l’utile creazione ad hoc di un capro espiatorio, nella fattispecie i famigerati “bonus”, si voglia dichiarare chiusa la questione cementificazione, addossandone ad essi la colpa.Nella sostanza continua ad imperare la solita politica urbanistica che, a parole, tutti hanno abiurato, anche molti di quelli che ne sono stati gli artefici, salvo poi continuare a praticarla e a garantirla.Naturalmente siamo anche ben consapevoli che il soggetto capro espiatorio, individuato nel bonus, è stato soltanto un espediente che vuol servire a distogliere l’attenzione sul vero problema, e che in nella realtà gli si possa imputare molto meno di quello che si vuol far credere circa il suo apporto alla suddetta cementificazione.Anche in Consiglio Comunale, un banale, insistito, emendamento si è rivelato utile alla cementificazione, innescando una polemica pretestuosa che ha fatto impantanare il Consiglio, facendo venir meno l’approvazione della delibera di salvaguardia e dando cosi il via libera a ciò che stava maturando sul territorio. La questione è stata ampiamente dibattuta in cronaca dove molti hanno svolto il loro compitino, altri si sono guardati bene dall’intervenire per paura di bruciarsi, compitino ritenuto necessario ma alla luce dei fatti, ad oggi, insufficiente. Dietro a tutto ciò crediamo che non alberghi solo incompetenza e superficialità. Siamo più propensi a pensare che ci sia una iperbolica quota di ipocrisia di chi governa il territorio ( in senso lato ), capace di predicare bene e poi razzolare male. Del resto questo è un comportamento molto diffuso nel nostro Bel Paese.L’altra riflessione, anch’essa peraltro non nuova, è quella che nel momento in cui si mette in mano l’Urbanistica agli avvocati, quasi sempre si rischia di abdicare alla propria funzione e al proprio ruolo, sia tecnico che politico; spesso anzi è il sintomo che manca un progetto, un’idea di cosa si vuol fare del territorio, di quali sono le priorità di intervento, delle politiche da attivare per favorire il raggiungimento di un obiettivo rispetto ad un altro.La vicenda sui bonus, come quella sulla riduttiva interpretazione delle “addizioni funzionali” è a tale proposito emblematica. Il cittadino la vede come una raschiatura del barile per diminuire la quota di invenduto di tutto ciò che si è costruito e che si ha intenzione di costruire ex novo. Il cittadino vive questa vicenda come un grave danno e impedimento rispetto al soddisfacimento dei propri bisogni reali. Fa pensare l’unanimità raggiunta in Consiglio Comunale sulla riduzione dei bonus, con l’aggiunta del dovuto ritardo che qualcuno ha accolto con entusiasmo.A nostro parere, inoltre, è stata fuorviante l’affermazione che complessivamente i bonus assommavano la volumetria di due interventi di progetti norma, del tipo di quello di Via Einaudi a S.Anna, per cui andavano bloccati. Tale affermazione si presta ad alcune considerazioni. Una prima considerazione riguarda il fatto che una cosa è distribuire sull’ intero territorio tale volumetria con la conseguenza di un impatto molto ridotto; cosa ben diversa è invece concentrare tutta la volumetria in uno o due interventi, nel qual caso l’impatto è iperbolicamente superiore. Un’altra considerazione è quella che bloccando e riducendo i bonus di fatto si viene a liberare una domanda di abitazioni che andrà a concentrarsi proprio sui grandi progetti norma che presentano un problema di invenduto.Morale della favola, prima si è fatto costruire poi si attiva una politica che salvaguarda la commercializzazione di tali beni. Naturalmente fregandosene della configurazione che andrà ad assumere il territorio. La configurazione che si va sedimentando infatti prescinde dalla ricerca di un riequilibrio tra Centro Antico, periferia e territorio nel suo insieme; viene in tal modo perseguita una politica forte dal punto di vista speculativo e debolissima sotto l’aspetto urbanistico.Si va sedimentando un “costruito” che penalizza il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, con il rischio di ridurre e degradare il presidio antropico nei territori periferici ed agricolo boschivi, e di innescare una sorta di “neourbanesimo senza fondamenti”, confuso e disordinato, allocato in spazi e tempi non adeguatamente pensati e gestiti in modo da garantire un obiettivo di qualità.Questo tipo di politica non è conforme ai principi della legge urbanistica regionale che, introducendo il principio di economicità delle risorse e di tutela delle risorse essenziali ( art.3, c.4 ), ribadisce l’assoluta priorità del recupero edilizio ed urbanistico, al fine di contenere “…nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali…”, nuovi impegni sono consentiti “…esclusivamente qualora non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti.”Non è così che si dovrebbe “costruire” la Città del terzo millennio. Andando avanti di questo passo il rischio è di tramandare ai posteri una “Città della rendita” e della speculazione edilizia, che relega in un angolo tutti quegli ingredienti di urbanità e di qualità che nobilitano la Città a “Luogo” e non semplicemente a “Merce”.
Lucca, 15.02.2008.
OCL.OltreserchioeCollineLucchesi

domenica 10 febbraio 2008

GIORNATA DELLA MEMORIA DELLE FOIBE

Dal quotidiano La Repubblica:

In Quirinale il presidente della Repubblica lancia un monito nel Giorno del Ricordo"Fu pulizia etnica" e al presidente croato fa sapere: "Quelle reazioni furono inconsulte"
Foibe, appello di Napolitano"Unità prevalga su discordia"

Foibe, appello di Napolitano"Unità prevalga su discordia"'
Il presidente Napolitano stringe la mano ad alcuni dei parenti della vittime italiane delle foibe.

ROMA - "Se le ragioni dell'unità non prevarranno su quelle della discordia, se il dialogo non prevarrà sul pregiudizio, niente di quello che abbiamo faticosamente costruito può essere considerato per sempre acquisito". Approfitta del Giorno del Ricordo dedicato alla memoria delle vittime delle foibe il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per lanciare un monito all'unità. Celebrando la cerimonia ufficiale nel Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale, il capo dello Stato ha ribadito chiaramente che "le foibe furono pulizia etnica. E pace per le reazioni inconsulte che vennero da fuori Italia al mio discorso di un anno fa". Il riferimento, neanche tanto velato, è alle polemiche scatenate l'anno scorso dal suo discorso che puntava il dito contro la "congiura del silenzio" e contro la "vera e propria pulizia etnica" subita dagli italiani a Trieste edaltrove durante l'occupazione del governo di Tito. La Croazia si risentì non poco per quelle parole, ma l'Ue dette ragione all'Italia ed il presidente croato Stipe Mesic fece marcia indietro. "Quella reazione - ha ribadito oggi il presidente - non ha scalfito la mia convinzione che fosse giusto esprimermi, a nome della Repubblica, proprio con quelle parole e con quell'impegno, che sono contento di sentir oggi ribadire dal ministro Rutelli", intervenuto all'apertura della cerimonia. Poco prima, Giorgio Napolitano aveva consegnato a 75 familiari delle vittime delle Foibe altrettante medaglie con diploma: "Avete appena ricevuto - ha detto il presidente rivolto alla platea - solenni anche se tardivi riconoscimenti. Dimostriamo nei fatti che quegli italiani che oggi onoriamo non sono dimenticati, che il dolore di tanti non è stato sprecato. Dimostriamo di avere appreso tutti la lezione della storia e di voler contribuire allo sviluppo di rapporti di piena comprensione con paesi e popoli che hanno raggiunto, o tendono a raggiungere, la grande famiglia dell'Unione Europea".
(10 febbraio 2008)

sabato 9 febbraio 2008

COMITATO DI S.ANNA. Contro il Piano Attuativo proposto da VALORE S.p.A.

Abbiamo ricevuto dal Comitato di S.Anna il seguente comunicato e lo pubblichiamo come post.
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Egregio Signor Sindaco
e Consiglieri Comunali del
Comune di Lucca
Egregio Signor Presidente
e Consiglieri della Circoscrizione n. 3 – Lucca


OGGETTO: Delibera Commissariale n. 56 del 20/04/2007 – Piano Attuativo n. 7/2005
proposto da VALORE S.p.A. per la realizzazione di un complesso immobiliare
con destinazione commerciale/direzionale/ricettivo e residenziale in S. Anna,
Viale L. Einaudi.

Il seguente documento per esprimere sincero sconcerto in seguito alle dichiarazioni che ha
fatto il Sindaco nella riunione della Commissione Urbanistica di martedì 8 gennaio u.s. in
merito al Piano Attuativo di Viale Einaudi. Prima ha asserito che poco si può fare, a questo
stato di avanzamento della pratica, perché il Piano Attuativo ha già avuto due passaggi in
Consiglio Comunale. Poi, sollecitato da un commissario, ha dovuto rettificare che
l’amministrazione comunale ha già espresso in due occasioni il suo parere favorevole
all’intervento. Sicuramente si riferiva 1) all’approvazione generale del Regolamento
Urbanistico (2004) e 2) all’adozione del Piano Attuativo da parte del commissario
Lococciolo (2007).
Teniamo a precisare che il primo parere favorevole dell’amministrazione comunale cui fa
riferimento il Sindaco è di carattere prettamente generale in quanto trattasi
dell’approvazione di uno strumento di pianificazione di tutto il territorio comunale, il R.U.-
Per quanto riguarda il Progetto Norma n. 5 (Il Parco di S. Anna), in esso contenuto, è
prevista la realizzazione di n. 6 fabbricati su un’area di quasi 70.000 mq. con aree a verde
pubblico e a parcheggio su oltre metà dell’intera superficie. Il tutto adeguatamente
illustrato nella scheda grafica allegata al R.U.- Il progetto presentato dalla Soc. Valore è
completamente privo di verde pubblico e prevede la realizzazione di 12 fabbricati e una
stazione di servizio.
Il secondo parere favorevole all’intervento dato dall’amministrazione comunale è
sicuramente l’adozione del Piano Attuativo da parte del commissario straordinario
Lococciolo. Anche qui va specificato che anche se il Piano Attuativo è stato adottato
restano ancora da esaminare le osservazioni presentate nei termini di legge e l’intero
progetto deve comunque ritornare in Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva, con
tutte quelle possibili modifiche che l’amministrazione comunale intendesse apportare dopo
aver adeguatamente valutato la compatibilità urbana dell’intervento proposto.
Infatti, l’approvazione di un Piano Attuativo da parte di una pubblica amministrazione
richiede un approfondimento da parte di tutti gli uffici competenti che valuti
dettagliatamente la proposta del privato che non deve essere necessariamente accettata
tout court ma deve essere valutata per la complessiva compatibilità con l’assetto urbano
esistente e per i riflessi che su esso produce e in ultimo sul significato che il piano stesso
riveste. Solo dopo aver seriamente valutato tutti questi aspetti l’amministrazione passa
all’approvazione definitiva di un Piano Attuativo.
Quale sorpresa, dopo tanti incontri e dopo tante dichiarazioni pubbliche, scoprire che il
Sindaco e tutta la sua maggioranza tutelano gli interessi della Soc. Valore anziché gli
interessi delle migliaia di cittadini, fornendo la giustificazione che essendosi
l’amministrazione già espressa due volte non si possa tornare indietro. Tale affermazione è
già stato appurato in varie occasioni, non corrisponde a verità.
Quando un privato acquista un’area edificabile dove non è consentito l’intervento diretto
ma necessita di Piano Attuativo sa già che dovrà attenersi alle indicazioni che darà la
pubblica amministrazione in sede di approvazione. Infatti, quando si approva un piano
regolatore si pianifica lo sviluppo urbano del territorio cittadino e vi sono previsioni di
nuova viabilità, di infrastrutture, servizi ecc.- Se tali opere ad iniziativa pubblica e/o
privata, per una serie di motivi, non vanno di pari passo con lo sviluppo edilizio
l’amministrazione ha il compito e il dovere di modificare le norme che regolano il Piano
Attuativo. Tanto più se la nuova amministrazione insediata da poco ritiene prioritaria la
salvaguardia del territorio come andava dichiarando in campagna elettorale e va
dichiarando tuttora.
Come mai il Sindaco non si impegna per S. Anna come si è impegnato per la nuova
localizzazione dell’ospedale dove gli interessi economici e le possibili penali per
l’amministrazione comunale sono mille volte più grandi di quelle ipotizzate dal Sindaco
stesso per le modifiche al Piano Attuativo di Viale Einaudi?
Nella Commissione Urbanistica del 15 gennaio si è assistito alla chiara e limpida volontà
della attuale maggioranza di non voler modificare alcuna regola al riguardo dei Progetti
Norma, compreso quello di Viale Einaudi. Al momento di dimostrare la volontà di
cambiamento tanto sbandierata, la maggioranza si è tirata indietro dimostrando, questa
volta apertamente la volontà di modificare solo alcune storture dell’attuale R.U. senza
toccare i progetti norma, altra macroscopica stortura.
Dopo mesi di incontri dove tutti i politici si sono dichiarati favorevoli ad un netto
ridimensionamento del progetto e scandalizzati dall’invasività dimostrata dall’intervento
proposto sull’assetto urbano esistente, al momento del voto significativo si siano tirati
indietro votando un documento evasivo di scarsa consistenza e rilevanza urbanistica.
Abbiano capito che manca la volontà politica per imporre nuove regole che diano spazio
ad interventi di crescita e sviluppo del territorio e che tutelino salute pubblica, qualità della
vita, verde, pozzi, viabilità …
Ci chiediamo come possano, moralmente, il sindaco, la giunta e il consiglio comunale,
assumersi la responsabilità di approvare un Piano Attuativo di quel genere che non ha il
minimo interesse pubblico, che ha palesemente violato le prescrizioni e le indicazioni della
normativa che regola i progetti norma, che provocherà uno scempio sull’assetto viario già
pesantemente compromesso della zona e uno scempio ancora più grande sull’ambiente
esistente. Chiediamo che si faccia rispettare l’indicazione della scheda grafica, che si
impongano le destinazioni che tutelano le già precarie attività direzionali, commerciali e
culturali che offre il centro storico. Chiediamo che si imponga la realizzazione di una zona
a verde pubblico.
Continuiamo a dichiarare che non abbiamo mai chiesto l’annullamento del progetto ma
una drastica riduzione che permetta la salvaguardia di una delle poche aree a verde
rimaste nel quartiere.
Chiediamo un nuovo incontro pubblico con il Sindaco e con la cittadinanza per avere
risposte definitive a tutti i quesiti avanzati in questi mesi.

Lucca lì 18/01/2008 comitato.parco.s.anna@tele2.it

martedì 5 febbraio 2008

CANCRONESI INCENERITORI


4 Febbraio 2008 ( dal Post di Beppe Grillo )
CancronesiCancronesi è stato ospite dallo stuoino Fazio. Ha detto che gli inceneritori non hanno alcun effetto sulla salute. Ne dovrà rendere conto, prima o poi, agli ammalati e ai loro parenti. Sono decenni che questo uomo sandwich si occupa di finanza, di imprese e, saltuariamente, di salute. Non è informato sui fatti e ha qualche piccolo conflitto di interessi. Per lui inceneritori e istituto dei tumori sono un ciclo virtuoso di creazione della malattia. Un business. La provoca e la cura.La fondazione Veronesi ha come partner:- ACEA - multiutility con inceneritori- ENEL - centrali a carbone ed olii pesanti e nucleare- VEOLIA Environment - costruzione inceneritori.Molti medici non sono d'accordo con lui e non solo in Italia.Il "Conseil Nationale de l'ordre des medicins" francese e i principali sindacati dei medici di medicina generale francesi "praticiens" hanno richiesto "una moratoria concernente la costruzione di nuovi inceneritori". L'incenerimento produce centinaia di sostanze tossiche che si liberano nell'atmosfera (articolo da Le Monde).Medici e associazioni italiane hanno scritto una lettera aperta al Commissario Europeo Dimas:"Egregio Commissario Dimas,siamo cittadini italiani e siamo costernati per quanto sta capitando nel nostro paese, ormai diventato lo zimbello del mondo per la vicenda dei rifiuti in Campania. Oltre 14 anni di gestione in regime di emergenza non hanno risolto assolutamente nulla, anzi hanno aggravato sempre più un problema che non ha assolutamente nulla di “emergenziale” perché in tutti i paesi del mondo si producono rifiuti.Le direttive dell’UE forniscono una chiara gerarchia dei trattamenti per il loro smaltimento: riduzione, riciclo, riuso, e solo per la quota residua recupero energetico e non solo tramite incenerimento. Purtroppo la crisi napoletana appare del tutto strumentale al fare passare nel nostro paese l’incenerimento come metodo privilegiato per la soluzione del “problema rifiuti”, ribaltando completamente ciò che la stessa UE suggerisce. In Italia non sono messe in atto, se non in singole virtuose realtà grazie ad amministratori responsabili , quei metodi di raccolta (door to door) che responsabilizzano i cittadini e che possono garantire una buona qualità del prodotto differenziato ed il loro effettivo recupero.L’incenerimento continua ad essere incentivato, solo nel nostro paese, come fonte di energia rinnovabile, nonostante il minimo rendimento energetico di questi impianti (che sono per la maggior parte impianti di rifiuti tal quali), i gravi danni all’ ambiente e all’ economia che anche di recente si sono registrati( latte contaminato oltre il consentito da diossine a Brescia, territorio già gravemente inquinato, ove funziona il più grande inceneritore d’ Italia) e nonostante il fatto che il kilowattora ottenuto bruciando rifiuti, sia quello gravato dalla massima emissione di CO2.Numerosissimi sono gli studi che hanno evidenziato danni alla salute sulle popolazioni esposte, danni che nessuno può escludere anche con i “nuovi” impianti e che hanno indotto migliaia e migliaia di medici, di cittadini, di intellettuali, di associazioni ambientaliste a prendere posizioni anche con esposti e denunce alla Magistratura, affinché venga semplicemente fatto ciò che in tutto il mondo civile si fa, mettendo al primo posto la salvaguardia dell’ ambiente per la tutela nostra e di chi verrà dopo di noi.Commissario Dimas, La supplichiamo, ci ascolti, faccia tutto quanto è in suo potere affinché si scongiuri questo ennesimo disastro, affinché si facciano scelte che guardano avanti e non indietro, all’ età del fuoco."
Firmato, tra gli altri, da: Prof. Angelo Gino Levis - genetista, Dr.Patrizia Gentilini - oncologo, Prof. Gianni Tamino - biologo, Dr. Giovanni Ghirga - pediatra e potavoce dei Medici per l’ Ambiente e la Salute Alto Lazio, Dr. Luigi Carpentiero - Medico del Lavoro, Dr. Stefano Montanari – Direttore Scientifico Laboratorio nanodiagnostics

lunedì 4 febbraio 2008

COLLLINE LUCCHESI e CENTRO ANTICO. A rischio l'Identità Fisica e Culturale.


Interessante seminario quello svoltosi nell’auditorium di Palazzo Pretorio, organizzato dall’Offizio delle Colline Lucchesi.
Il rischio è che si risolva tutto in disquisizioni normative ed accademiche, o in predisposizione di progetti e studi settoriali fine a se stessi.
Oggi siamo di fronte, nelle Colline e nel Centro Antico di Lucca, ad una riduzione degli abitanti stanziali. Sta succedendo che i lucchesi abbandonano le Colline e allo stesso tempo abbandonano la Città antica, abbandonano cioè le eccellenze del territorio lucchese le quali diventano lo spazio di residenza secondario ( e quindi non più correlato al presidio del territorio ), e lo spazio del soggiorno turistico.
Resistono gli anziani, sia nel Centro Antico che nelle colline, radicati in un territorio che rappresenta per loro un punto di riferimento insostituibile.
Inesorabilmente la componente umana di queste due realtà estremamente complementari, è sempre più vecchia per quanto riguarda i lucchesi ancora residenti, e sempre meno lucchese per quanto riguarda i nuovi insediati, pochi stabilmente, la maggior parte stagionali.
Del resto è sempre più difficile resistere alle tentazioni milionarie degli acquirenti, la maggior parte stranieri ( e non ce l’abbiamo con gli stranieri, anzi, ben vengono se contribuiscono anche a riaccolturare e riacculturare il territorio ) che acquistano cascinali e case rurali nelle colline e appartamenti nella Città Antica.
I prezzi di compravendita mettono fuori gioco le nuove generazioni, le famiglie lucchesi, le giovani coppie. Vengono messe fuori gioco cioè le componenti indispensabili per la conservazione e la valorizzazione dell’identità lucchese, della “lucchesità” senza la quale viene meno, progressivamente, anche l’identità fisica e culturale del territorio lucchese, e delle sue componenti di eccellenza: le Colline e La Città Antica.
Naturalmente quello che sta succedendo è anche il frutto, meno buono, dei tempi che stiamo vivendo, di una globalizzazione a senso unico, che non abbina ad un pensiero globale una iniziativa locale capace di valorizzare, anche economicamente, le caratteristiche e le qualità del nostro territorio ( fisiche, storiche, culturali, produttive).
Vi sono anche responsabilità di spazi e tempi non governati che stanno favorendo una progressiva relativizzazione ed omologazione del nostro territorio.
Colline e Città antica rappresentano l’eccellenza del territorio lucchese, rappresentano un grande valore aggiunto per quello che esprimono dal punto di vista paesaggistico, monumentale, architettonico, storico e culturale e di riflesso economico.
Occorre che queste componenti di grande qualità siano messe a frutto facendone sistema.
Occorre che Colline e Città Antica, e il comprensorio entro il quale si trovano, siano interessate da un progetto globale, che abbia come obiettivo la conservazione e valorizzazione dell’identità lucchese. Persa l’identità lucchese, tutto è perduto!

Lucca, 04.02.2008.
OCL.Oltreserchio e Colline Lucchesi.