venerdì 22 febbraio 2008

COME AL SOLITO: A CHI TROPPO E A CHI NULLA.



L’ingenuità dell’opposizione permette alla maggioranza di salvaguardare gli interessi immobililiari speculativi.

A Lucca, in zone dove al cittadino “normale” non è permesso neppure di murare un mattone, ai “soliti noti” si permette di costruire di tutto, inventando volumetrie inesistenti o creandole ad hoc.
Ciò è quanto sta succedendo oggi, in perfetta continuità con il precedente mandato amministrativo.
Se poi è vero quello che Angelini dice ( a proposito del rilascio della concessione per la trasformazione delle serre a S.Macario ) in cronaca della Nazione del 19.2.’08, da cui sembrerebbe che: “ gli interessati (…) per evitare che fosse approvata la Variante al Regolamento Urbanistico, che ( solo ora si sa ) avrebbe impedito il rilascio della nuova licenza edilizia il 25 gennaio, hanno convinto tutti i consiglieri del centrodestra ad abbandonare l’aula del Consiglio, solo per permettere che maturasse il giorno dopo, il tempo del rilascio”, allora la vicenda risulterebbe di estrema gravità, prefigurando possibili reati.
Ricordiamo che il Presidente del Consiglio aveva previsto, d’accordo con i capigruppo, di arrivare alla votazione sui bonus e sulle salvaguardie entro le ore 20 del 25 gennaio, cosa che avrebbe impedito ( attraverso l’attivazione delle salvaguardie ) che le cose andassero come invece sono andate.
Il centro destra si è aggrappato ad un emendamento dell’opposizione, a nostro parere insignificante dal punto di vista del contrasto alla cementificazione ed inopportuno dal punto di vista politico-gestionale.
Il centro destra conseguentemente ha avuto buon gioco a tirare per le lunghe il Consiglio, arrivando a richiederne il rinvio per un necessario approfondimento tecnico; successivamente è arrivato a far mancare il numero legale, al fine di non permettere al Consiglio di pronunciarsi sui provvedimenti all’ordine del giorno, tra cui appunto l’adozione delle salvaguardie.
A seguito di ciò il Consiglio è stato rinviato di tre giorni e si è svolto il successivo 28.02.’08. In tale seduta sono stati deliberati i provvedimenti precedentemente rimandati ma nel frattempo i buoi non erano più nella stalla poiché, sul caso delle serre a S.Macario, la salvaguardia approvata in ritardo, si era abbinata ad un diniego della Soprintendenza decretato il penultimo giorno ( il 59° ) a disposizione per il pronunciamento, comunicato peraltro in ritardo perché inoltrato solo per posta nei giorni successivi. Il Codice dei Beni Ambientali e Paesaggistici all’art.149 prescrive che “ Il soprintendente comunica il parere entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla data di ricezione della proposta di cui al comma 7. Decorso inutilmente il termine per l’acquisizione del parere, l’amministrazione competente assume comunque le determinazioni in merito alla domanda di autorizzazione”.
Sulla vicenda l’opposizione, come minimo, si è comportata in modo ingenuo, offrendo ( involontariamente ? ) “agli interessati” ( di cui parla Angelini ) l’occasione affinché le cose si svolgessero in modo da far maturare i tempi per il rilascio della concessione riguardante il mega intervento a S.Macario. L’opposizione si è lasciata abbindolare da un’abile manovra orchestrata dai rappresentanti dei forti interessi patrimoniali e speculativi presenti in Consiglio.
Sulla questione dei “Bonus”, l’opposizione ha fatto flop dimostrando incapacità di inquadrare in maniera corretta la problematica della cementificazione a Lucca e dimostrando di non capire e non conoscere i reali bisogni dei cittadini e di non capire e non conoscere la problematica urbanistica e territoriale lucchese.
Associandosi all’iniziativa della maggioranza di centro destra l’opposizione si è resa corresponsabile della riduzione dei “bonus”, cioè di uno strumento di intervento che, gestito correttamente, non ha nulla di speculativo e che risponde ai reali bisogni dei cittadini.
Così facendo si è attivata una iniziativa caratterizzata anche da notevole miopia politica.
A nostro parere l’opposizione doveva, da una parte difendere i bonus inquadrandoli in una corretta gestione, realizzando in tal modo una condivisione con i cittadini e con gli ordini professionali che si erano largamente espressi in tal senso sulla questione; dall’altra doveva concentrarsi sui mega interventi chiedendo la loro subordinazione ( e puntuale verifica ) al ridisegno armonico della Città.
D’altra parte, i “bonus”, come già sottolineato, rappresentano un valido strumento incentivante il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente, direttamente collegato al mantenimento della popolazione sul territorio e al suo presidio, alla configurazione territoriale così come si è andata sedimentando nella storia, alla facilitazione di una politica familiare di assistenza, collaborazione e coesione sociale.
Inoltre, poiché i “bonus” sono spendibili sul patrimonio edilizio esistente, anche i costi di urbanizzazione non aumentano e anzi, le casse comunali si rimpinguano senza ulteriore aggravio di nuove occupazioni di suolo in aree da urbanizzare, spesso al di fuori di un disegno complessivo e quindi generatrici di squilibri sociali ed urbanistici.
Un altro elemento a favore dei “bonus” è rappresentato dall’attuazione scadenzata nel tempo; infatti essi si concretizzano nel momento in cui si realizza il bisogno ( di una nuova stanza, di nuovo spazio per ospitare figli, genitori, per migliorie igieniche, impiantistiche ed estetiche, per una migliore vivibilità, ect.).
Purtroppo ancora una volta, da tutte queste vicende emerge, per un verso, la mancanza di coordinamento degli enti preposti al Governo del Territorio, una tendenza a svolgere i propri compiti in maniera ordinaria, burocratica e sciatta, comunque funzionale a coprirsi le spalle e a lavarsene le mani, sia a livello gestionale che politico; per altro verso emerge la subordinazione ai poteri forti, capaci di indirizzare ed imporre le scelte urbanistiche, favoriti anche dalla legge regionale n°1/’05 che ha cambiato totalmente paradigma, passando da un’urbanistica programmata, riformistica ( che ha prodotto l’eccellenza del paesaggio toscano così come oggi lo conosciamo ) ad un’urbanistica negoziata, contrattata, concepita come risorsa per risanare i bilanci degli enti invece che come momento di riequilibrio territoriale e di allocazione coerente delle attività e della vita delle persone.
Sulle problematiche territoriali oggi c’è bisogno di più etica, più cultura dialogante, più partecipazione, più coinvolgimento delle persone, più trasparenza.


22.02.2008

Ocl.oltreserchioecollinelucchesi

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