domenica 10 febbraio 2008

GIORNATA DELLA MEMORIA DELLE FOIBE

Dal quotidiano La Repubblica:

In Quirinale il presidente della Repubblica lancia un monito nel Giorno del Ricordo"Fu pulizia etnica" e al presidente croato fa sapere: "Quelle reazioni furono inconsulte"
Foibe, appello di Napolitano"Unità prevalga su discordia"

Foibe, appello di Napolitano"Unità prevalga su discordia"'
Il presidente Napolitano stringe la mano ad alcuni dei parenti della vittime italiane delle foibe.

ROMA - "Se le ragioni dell'unità non prevarranno su quelle della discordia, se il dialogo non prevarrà sul pregiudizio, niente di quello che abbiamo faticosamente costruito può essere considerato per sempre acquisito". Approfitta del Giorno del Ricordo dedicato alla memoria delle vittime delle foibe il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per lanciare un monito all'unità. Celebrando la cerimonia ufficiale nel Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale, il capo dello Stato ha ribadito chiaramente che "le foibe furono pulizia etnica. E pace per le reazioni inconsulte che vennero da fuori Italia al mio discorso di un anno fa". Il riferimento, neanche tanto velato, è alle polemiche scatenate l'anno scorso dal suo discorso che puntava il dito contro la "congiura del silenzio" e contro la "vera e propria pulizia etnica" subita dagli italiani a Trieste edaltrove durante l'occupazione del governo di Tito. La Croazia si risentì non poco per quelle parole, ma l'Ue dette ragione all'Italia ed il presidente croato Stipe Mesic fece marcia indietro. "Quella reazione - ha ribadito oggi il presidente - non ha scalfito la mia convinzione che fosse giusto esprimermi, a nome della Repubblica, proprio con quelle parole e con quell'impegno, che sono contento di sentir oggi ribadire dal ministro Rutelli", intervenuto all'apertura della cerimonia. Poco prima, Giorgio Napolitano aveva consegnato a 75 familiari delle vittime delle Foibe altrettante medaglie con diploma: "Avete appena ricevuto - ha detto il presidente rivolto alla platea - solenni anche se tardivi riconoscimenti. Dimostriamo nei fatti che quegli italiani che oggi onoriamo non sono dimenticati, che il dolore di tanti non è stato sprecato. Dimostriamo di avere appreso tutti la lezione della storia e di voler contribuire allo sviluppo di rapporti di piena comprensione con paesi e popoli che hanno raggiunto, o tendono a raggiungere, la grande famiglia dell'Unione Europea".
(10 febbraio 2008)

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