lunedì 17 marzo 2008

RISORSE NATURALI: DA BENE COMUNE A BENE PRIVATO

LE RISORSE NATURALI, ossia quelle “…minerali, vegetali e animali,
che come materie prime sono alla base di ogni processo di trasformazione, nella civiltà industriale hanno smesso di essere patrimonio comune dell’umanità, beni del creato, manufatti di Dio, e sono diventate bene privato, strumento primario del capitalismo selvaggio.
Non senza darsi anche una “giustificazione morale del capitalismo selvaggio” che, secondo Israel Kirzner, un importante esponente della scuola austriaca di economia e professore alla New York University, risiede in una diversa concezione delle risorse e dei prodotti.
Le risorse, secondo tale scuola, non possono essere considerate disponibili né possono essere definite “bene comune” o “patrimonio comune dell’umanità”, ma esistono solo perché “scoperte” e sono scoperte dalla decisione di un imprenditore o da una multinazionale che ne diventa in qualche modo il “creatore”.
Con questo modello di sviluppo che non ha una sua centralità nell’opera delle mani di Dio e cioè l’uomo, la terra e gli esseri viventi, il Creato, e con una politica dello sviluppo caratterizzata dal “nomadismo per profitto” che ha la sua migliore espressione nelle nomadi per eccellenza, le multinazionali, si instaura tra l’uomo e la terra un ordine basato sullo sfruttamento, sulla divisione, la separazione, il divoramento: il figlio (Adam) si scosta dalla madre, la terra (Adamah) che gli dà tutti i suoi frutti e la divora, la sfrutta, la consuma, la spreca.
Scompare il legame intimo che lega l’uomo (Adam) e la sua terra (Adamah) e da cui egli trae il suo stesso nome portandovi quindi iscritta la vocazione di una stessa famiglia.
E scompare anche il legame tra l’uomo e la sua storia, tra l’uomo e la sua cultura: eleheh, la terra, nella lingua degli indiani Cherockee, ad esempio, significa anche storia, cultura, religione ed ha la stessa radice del mesopotamico el, che in ebraico diventerà Elohim, il Creatore, colui che dà la luce e che come il sole el fa esistere.
Allontanandosi dalla sua vera matrice, la terra, anche la storia e la cultura diventano espressione di un ordine cannibale. Il giusto equilibrio pensato e voluto dal Creatore viene fatalmente invertito dalla storia umana. L’inversione del racconto della creazione la si ritrova anche nell’Esodo quando si parla delle piaghe d’Egitto.
Le piaghe d’Egitto possono essere oggi le piaghe di un Nord del mondo arrogante e opulento come l’Egitto del Faraone.
Come allora solo da quei fatti, dalle piaghe, il faraone capì, così anche oggi il Nord solo da questi fatti, dalle catastrofi ecologiche, sembra capire di dover cambiare rotta al suo modello di sviluppo”.(G.Martirani-Dal deserto globale al giardino universale. S.H.Schneider, La strategia della Genesi.)

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