lunedì 17 marzo 2008

Tibet: è morto lo spirito olimpico


Dal portale di YAHOO:

Eurosport - lun, 17 mar 17:29:00 2008

La crisi tibetana sfociata nelle manifestazioni e nel sangue di Lhasa ha messo in crisi il movimento olimpico, tanto che il CIO ha ammesso che svariati atleti starebbero considerando il boicottaggio dei Giochi di Pechino.

"Quest'anno il popolo cinese aspetta con orgoglio e impazienza l'inaugurazione dei Giochi Olimpici. Fin dall'inizio ho approvato l'idea che alla Cina fosse concessa la possibilità di ospitare le Olimpiadi sul proprio suolo. Poiché simili importanti eventi internazionali e a maggior ragione le Olimpiadi celebrano i principi della libertà di parola, libertà di espressione, eguaglianza e amicizia, la Cina dovrebbe dimostrare di essere una buona padrona di casa concedendo queste libertà.

Pertanto, oltre a inviare i propri atleti alle Olimpiadi, i Paesi della comunità internazionale dovrebbero rammentare al governo cinese l'importanza di queste cose".
Le parole pronunciate dal Dalai Lama giusto una settimana fa riecheggiano come tuoni dopo il weekend di paura e sangue a Lhasa, giorni in cui il sentimento olimpico crescente nel cuore di tutti gli sportivi è stato ferito. La capitale tibetana è ormai presidiata dalle truppe cinesi e le agenzie di stampa internazionali parlano di un centinaio di morti durante gli scontri seguenti alle manifestazioni anti-han dei monaci.

La voce dell'astensione olimpica inizia a diventare insistente, tanto che il vice-presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach ha ammesso che molti atleti starebbero "valutando se boicottare" i Giochi di Pechino, ma ha voluto anche sottolineare come "siamo dell'opinione che le Olimpiadi aiuteranno la Cina ad aprirsi".

Un appello arriva poi dalla portavoce del CIO Giselle Davies: "Condividiamo il desiderio mondiale di una soluzione pacifica delle tensioni degli ultimi giorni nella regione tibetana. Speriamo che la situazione possa tornare tranquilla il più presto possibile".

Il problema del Tibet è una questione che non può non essere affrontata dalla comunità internazionale, soprattutto in quest'anno olimpico. Le manifestazioni "Free Tibet" si sono moltiplicate domenica nelle capitali europee facendo trasparire un sentimento comune dell'Occidente contrario alla politica di repressione culturale cinese.

"Davvero, dico davvero, vorrei supportare il presente leader cinese Hu Jintao nel comune slogan di sostenere e creare un'armonia sociale". La preghiera del Dalai Lama muore nelle sorde orecchie di Pechino, una capitale che si appresta a diventare il faro planetario dello sport. Già, lo sport, ma quali erano i suoi principi?

Luca Stacul / Eurosport

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