martedì 1 giugno 2010

Legge Bavaglio "Rischio fascismo"

La legge-bavaglio sulle intercettazioni uccide la coscienza dell'opinione pubblica e con essa la democrazia.

Andrea Camilleri ha proposto l'appello agli studenti che il rettore dell'università di Padova, Concetto Marchesi, pronunciò il primo dicembre 1943 lasciando l'ateneo per non sottomettersi al fascismo. Un discorso che si chiude così: "Liberate l'Italia dalla schiavitù dell'inganno". Per Camilleri tale discorso definisce perfettamente "lo sporco e il luridume dell'attacco alla libertà che oggi si ripropone sotto altre forme". Camilleri esorta a difendere l'informazione contro la legge-bavaglio che “consentirà ai mafiosi e alla cricca di sguazzare e fregarci nel silenzio".

Stefano Rodotà, sottolinea che quando si blocca la conoscenza dei fatti si mette a repentaglio la vita democratica: è proprio dei regimi totalitari obbligare i propri cittadini a leggere su siti stranieri le notizie del proprio Paese".

Giovanni Sartori, ha definito "vergognosa" la legge-bavaglio: "È l'ultima risorsa per creare una falsa, disinformata e stupida opinione pubblica che non sa nulla del mondo e sa quasi solo cose false dell'Italia".

Gianrico Carofiglio, magistrato, scrittore e senatore del Pd: "Il bavaglio che citava Camilleri era lo stesso programma della loggia P2. Non a caso vi erano iscritti anche esponenti del governo".

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