lunedì 12 novembre 2012

OLTRESERCHIO TERRITORIO DIMENTICATO

L’OLTRESERCHIO TERRITORIO DIMENTICATO
 OLTRESERCHIO E INTERNET.
L’Oltreserchio, è un territorio dimenticato, con problemi decennali irrisolti vedi la fognatura ed altri problemi emergenti quali la difficile accessibilità e la mancanza di un cablaggio che metta a disposizione di tutti i suoi cittadini   un collegamento internet decente.
Buona parte dell’Oltreserchio è considerata zona rossa per gli enti gestori della telefonia, cioè non appetibile per il cablaggio internet, cablaggio che consentirebbe attraverso l’ADSL un collegamento veloce ed economico  oltre che sicuro rispetto ad altri sistemi molto precari. Oggi nell’Oltreserchio accanto alle vecchie problematiche incancrenite si aggiunge   anche quella di un accesso all’informazione efficiente, democratica,  ad uno strumento che consenta di facilitare lo studio ai nostri figli, di lavorare, di utilizzare i servizi internet, di dialogare con il mondo, come nel resto del territorio.
IL POLO SCOLASTICO.
Il polo scolastico al manicomio rappresenta una vecchia idea  del nostro comitato che a più riprese lo ha sottolineata, indicandola come la soluzione ottimale; anche in occasione della scelta sciagurata di ampliare l’attuale scuola media Custer de Nobili per far posto alle scuole elementari.
L’attuale polo scolastico risulta infatti posto al di sotto del livello di tre casse di espansione delle acque situate tutte a margine delle attrezzature scolastiche. Sono stati fatti orecchi da mercante e ancora oggi si insiste a contribuire a rendere più problematica una situazione che classifica l’area  dove insiste il costituendo polo scolastico come la più pericolosa del bacino del Serchio.
La riproposizione del polo scolastico nell’area dell’ex manicomio  oggi non è impossibile è solo più complicata visto che la Regione deve far cassa vendendo le sue proprietà, appunto il manicomio e  l’ex sanatorio di Arliano.
L’UTILIZZO DELLA BRETELLA COME ASSE URBANO.
L’utilizzo della bretella come percorso urbano  si dimostra necessario anche alla luce della fragilità idraulica dell’Oltreserchio, della puntuale chiusura di Ponte S.Pietro ad ogni apertura delle dighe. Rendere urbano il tratto della bretella che dall’Oltreserchio raggiunge la città consentirebbe anche di utilizzare la Sarzanese come strada di quartiere, di abbattere il tasso di inquinamento oggi esistente ed inoltre  consentirebbe anche la progettazione di piste ciclabili sicure, libere da interferenze.
IL NUOVO OSPEDALE.
Sempre più evidente è l’infausta localizzazione fatta del nuovo ospedale che, se proprio doveva farsi,  poteva, come a suo tempo suggerito, essere realizzato in quella grande area che ospita il manicomio. Tale area poteva e può ospitare una vera e propria cittadella pubblica con allocate anche le attrezzature scolastiche e pubbliche in genere, poste in sicurezza dal punto di vista idraulico e in posizione salubre rispetto all’attuale localizzazione ospedaliera che sempre più risulterà congestionata.
IL RETICOLO IDRAULICO.
Il reticolo dei fossi è stato abbandonato, anche in relazione all’abbandono della coltivazione della campagna.  Anche i  fossi lungo strada, che fanno parte della sede stradale e su cui l’amministrazione comunale può imporre il rispetto del regolare deflusso delle aque,  sono stati abbandonati a se stessi, le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
LA FOGNATURA.
La fognatura che è sempre stata una promessa elettorale non mantenuta, su cui la politica ha  chiesto il voto ad ogni tornata elettorate ai cittadini dell’Oltreserchio, ancora non è all’orizzonte. Risultano realizzati lavori per svariati milioni di euro nella zona di Nozzano Castello che doveva rappresentare il primo lotto della fognatura i cui liquami dovevano essere recapitati a S.Iacopo nel pisano, ma ad oggi tali lavori sono inservibili e i soldi utilizzati, sulla base di un accordo intercomunale,  interprovinciale e interistituzionale sembrano  rappresentare un’ulteriore spreco su cui meriterebbe un approfondimento della procura perché non si possono impiegare i soldi sulla base di un protocollo di intesa che dovrebbe essere vincolante e poi rinnegarlo unilateralmente.
I PONTI SULLA CONTESORA E LA SICUREZZA IDRAULICA DELL’OLTRESERCHIO.
I ponti sulla contesora debbono essere rialzati, finchè non lo saranno si rischierà di vanificare tutto quello che di buono è stato fatto con il rinforzo degli argini della stessa Contesora e delfiume Serchio.
Occorre stabilire delle priorità nell’impiego delle risorse e la prima priorità è la sicurezza del territorio e delle attrezzature scolastiche,  poi viene il resto.
La popolazione non può essere alleratata ad ogni scroscio d’acqua, purtroppo non è più come una volta, oggi come piove, complice le variazioni climatiche, diluvia e si va in emergenza. La stessa gestione delle dighe fa riflettere. E’ necessario che la loro gestione non prescinda dalla sicurezza del territorio. Se c’è una previsione di arrivo di consistenti pioggie le dighe dovrebbero essere parzialmente svuotate in anticipo in modo da poter far fronte efficacemente alle situazioni di emergenza.
A monte le golene sono riempite di cemento, sono rialzate per mettere in sicurezza le molte attività produttive insediate nel tempo  e non accolgono più le acque che scorronno a valle  velocemente,  non drenate,  tra argini artificiali;  in tale modo raggiungono  i paesi della Piana e li allagano.
Si giunge a dichiarare casse di espansione intere aree urbanizzate (tassate come tali), dove invece di attivare tutte le iniziative per la loro messa in sicurezza (alzare gli argini) si impongono assurde prescrizioni anche sugli edifici esistenti che non possono essere utilizzati come abitazioni attraverso un normale cambio di destinazione, anche prevedendo gli opportuni accorgimenti volti a migliorare le condizioni idrauliche e con il risultato che fabbricati posizionati a quote di campagna superiori con piani alti che consentono evacuazioni di emergenza in caso di allagamento, sono inibite alla destinazione residenziale  mentre in svariati altri casi  sono state autorizzate insediamenti residenziali a quote di campagna decisamente più basse, vedi tutti gli interventi a margine della via di Poggio.
 Tutto ciò dimostra una mancanza di cultura e di rispetto per il territorio da parte del privato e soprattutto delle istituzioni che non sanno far fronte alle pressioni degli interessi speculativi forti. L’ente pubblico e la speculazione edilizia spesso hanno percorso la stessa strada interpretando la pianificazione urbanistica come strumento per far   cassa.
Può finalmente cominciare a cambiare qualcosa?
10.11.2012
 COMITATO INSIEME PER L’OLTRESERCHIO

Nessun commento: