venerdì 14 agosto 2009

LA SCOMPARSA DEL LAVORO

Umberto Eco
da: Espresso 16 luglio2009

Al diavolo la classe operaia.
Come chiedere di riconoscersi come classe, con problemi comuni, a chi, se pure ancora lavora, lo fa sempre meno insieme agli altri, per periodi sempre più brevi e vede il lavoro non più onorato ma sopportato?
“… la classe operaia è diventata invisibile: gli operai, come ha detto Ilvo Diamanti, non fanno più massa critica e ci accorgiamo che ci sono solo quando muoiono sul lavoro.

Furio Colombo ha scritto un libro “ La paga”; “… in questo libro non si parla della scomparsa della classe dei lavoratori,ma della scomparsa del lavoro. L’idea può apparire bizzarra, ma a ben pensarci tra deregolamentazione, crollo degli imperi finanziari, caduta delle borse, manager che abbandonano l’ufficio con la scatola di cartone sotto il braccio e un bonus stratosferico nel portafoglio, si diffonde dappertutto, nelle dichiarazioni ufficiali e nella politica spicciola, il disprezzo del lavoro.
Eccessivo pare sempre alla Confindustria il costo del lavoro, le aziende fanno il massimo per dissolvere i grandi centri produttivi in una pluralità di persone che non si conoscono tra loro, siedono in provincia ad un computer, e lavorano a progetto senza garanzie di continuità, la trasformazione delle grandi compagnie da luoghi dove si produceva ( e quindi si aveva bisogno di manodopera specializzata ) a pacchetti da vendere e rivendere, e quindi più appetibili sul mercato finanziario quanto più si sono alleggerite dei costi del lavoro, ha reso accettabile senza indignazione e stupore le campagne contro i sindacati. (……) si delinea un altro fenomeno; se un tempo il problema era provvedere a chi lavorava un sufficiente tempo libero, oggi viene regalato un “tempo vuoto”, quello dell’attesa di un primo impegno , tra un licenziamento e la sottoscrizione di un nuovo contratto a tempo, tra l’inizio e la fine di un periodo di cassa integrazione. Insomma, come chiedere di riconoscersi come classe, con problemi comuni, a chi, se pure ancora lavora, lo fa sempre meno insieme agli altri, per periodi sempre più brevi e vede il lavoro non più onorato ma sopportato come un incidente della vita ormai brevissima, quando una miracolosa automazione senza neppure più operatori alla consolle avrà risolto i problemi economici, e tutti godremo di una libera e infinita circolazione di “subprimes”?.

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