venerdì 18 aprile 2008

URBANISTICA RIFORMISTA 1

ALDO MORO,
all'atto dell'insediamento del governo da lui presieduto, il 12 dicembre 1963
così esprimeva le dichiarazioni programmatiche:
" Il ritmo disordinato che ha assunto negli ultimi anni lo sviluppo degli insediamenti urbani è stato accompagnato da una sostanziale sopraffazione dell'interesse privato sulle esigenze della comunità, da una irrazionalità e disumanità degli sviluppi delle nostre città, con la conseguenza di una diffusa e crescente distorsione del vivere civile.
Tale situazione manifesta le manchevolezze e le insufficienze delle norme vigenti in materia, perciò il governo s'impegna di prendere l'iniziativa per una radicale riforma della legislazione urbanistica".
Oggi siamo in presenza di fortissime spinte verso un'urbanistica liberista, negoziata e contrattata.
Continua ad essere necessaria una riforma urbanistica che sostituisca quella esistente ( L.n° 1150/1942 ), datata eppur efficace dal punto di vista delle prescrizioni formali ( vedi il disatteso art 18 che avrebbe risolto l'anomalia tutta italiana di essere un Paese ancora privo di una legge fondamentale sui suoli che consenta ai Comuni di espropriare le aree necessarie senza svenarsi ).
Purtroppo, visto il contesto in cui oggi maturerebbe la necessaria riforma, non è infondata la preoccupazione che, se essa si realizzasse, invece di produrre strumenti per una salvaguardia e una valorizzazione dei valori naturali ed antropici del territorio, essa rappresenterebbe un'ulteriore grimaldello per la distruzione del paesaggio e una sua progressiva cementificazione.

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